05 Nov, 2025 - 16:56

L’UE pronta a indebitarsi per finanziare l’Ucraina: i cittadini pagheranno ancora per Kiev

L’UE pronta a indebitarsi per finanziare l’Ucraina: i cittadini pagheranno ancora per Kiev

L’Unione Europea affronta una sfida cruciale nel definire come sostenere finanziariamente l’Ucraina nei prossimi anni. Tra opzioni di indebitamento comune e l’uso controverso di asset russi congelati.

La Commissione europea valuta un indebitamento per finanziare l’Ucraina

L'Unione europea si trova a un bivio cruciale per garantire il sostegno finanziario all'Ucraina nel prossimo biennio.

Secondo fonti interne alla Commissione europea citate da un articolo in esclusiva di Euractiv, si sta valutando l'opzione di emettere debito comune, un meccanismo che permetterebbe di raccogliere fondi tramite prestiti garantiti da tutti gli stati membri, da affiancare a sovvenzioni bilaterali offerte singolarmente da ciascun paese.

L’articolo riporta che queste possibilità saranno presentate in un documento ufficiale della Commissione, atteso nelle prossime settimane, e rappresentano un tentativo di superare l'impasse politica che rende difficile una scelta condivisa sul futuro sostegno economico a Kiev.

L'obiettivo dichiarato è garantire un flusso finanziario stabile che consenta di rafforzare sia la capacità bellica dell'Ucraina sia la ricostruzione del paese.

L’uso degli asset russi: divisioni tra gli Stati membri

Tra le opzioni più dibattute c’è la proposta di impiegare i beni congelati della Russia per finanziare l’Ucraina. Si tratta dell’utilizzo di circa 140 miliardi di euro, custoditi principalmente da Euroclear, una società di servizi finanziari con sede in Belgio. Questa proposta, che appare il “male minore” rispetto ad un indebitamento generalizzato, non è però priva di ostacoli.

Il governo belga ha infatti espresso forti preoccupazioni riguardo ai rischi legali e finanziari che deriverebbero da un impegno così senza precedenti.

Di fatto, la questione dell’utilizzo degli asset russi congelati sta minando l’unità politica dentro l’UE: da un lato, c’è la volontà di trovare una soluzione innovativa e tempestiva per sostenere Kiev; dall’altro, prevale la prudenza per le incognite di un contenzioso legale e diplomatico che potrebbe protrarsi a lungo.

I leader europei saranno chiamati a discutere nuovamente queste problematiche nel vertice in programma a Bruxelles il 18 e 19 dicembre 2025, una tappa cruciale per giungere ad un compromesso su questa materia.

Conseguenze di un indebitamento: tra rischi e necessità

Se l’ipotesi di un indebitamento comune presso i mercati finanziari dovesse concretizzarsi, questa rappresenterebbe una soluzione più trasparente e prevedibile. Tuttavia comporterebbe anche un aumento del debito complessivo dell’Unione europea, con effetti diretti sui bilanci nazionali e potenzialmente sulla fiducia dei mercati.

In pratica, la redistribuzione dei costi tra i paesi membri tramite un debito comune implicherebbe che tutti gli stati membri si indebiterebbero congiuntamente per raccogliere le risorse necessarie.

Tale incremento del debito potrebbe tradursi in restrizioni alla spesa pubblica e agli investimenti futuri, poiché i governi dovranno rivedere le proprie finanze per far fronte ai nuovi obblighi di rimborso.

Sul piano sociale, questo scenario si tradurrebbe in una maggiore pressione fiscale o in tagli ai servizi pubblici essenziali, a seconda delle scelte fiscali adottate dagli stati membri.

A risentirne sarebbero in primo luogo le famiglie e i contribuenti, che potrebbero trovarsi a dover pagare direttamente il conto di una strategia finanziaria necessaria ma molto onerosa.

In relazione a queste sfide, l'Unione europea cerca la via meno gravosa per continuare a sostenere l’Ucraina e mantenere la coesione interna, consapevole che il peso di queste decisioni ricadrà inevitabilmente su tutti i cittadini europei.

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