05 Nov, 2025 - 18:30

Fece morire di stenti la figlia Diana, pena ridotta in Appello per Alessia Pifferi: cosa sappiamo

Fece morire di stenti la figlia Diana, pena ridotta in Appello per Alessia Pifferi: cosa sappiamo

Ammonta a ventiquattro anni di reclusione la pena inflitta dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano ad Alessia Pifferi, la 38enne accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, di appena 18 mesi, nell'estate del 2022. In primo grado la donna era stata condannata all'ergastolo. Ora - nonostante sia stata ritenuta capace di intendere e di volere - il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e il conseguente sconto di pena.

Alessia Pifferi condannata a 24 anni in secondo grado

Secondo i giudici, Alessia Pifferi era pienamente capace di intendere e di volere quando - nell'estate 2022 - lasciò da sola la figlia per sei giorni, andando in vacanza con il compagno. Tuttavia, tenendo presente i tratti critici del suo assetto mentale messi in evidenza dalla seconda perizia d'ufficio, le hanno riconosciuto le attenuanti generiche, condannandola a 24 anni di reclusione anziché confermare l'ergastolo (come la Procura aveva richiesto, parlando di "condotta raccapricciante" della 38enne). 

La perizia, svolta da un team di esperti, aveva in pratica rilevato una fragilità cognitiva settoriale della donna, accompagnata da immaturità affettiva e residui di disturbi del neurosviluppo risalenti all'infanzia e all'adolescenza. Deficit che non avrebbero in alcun modo compromesso la capacità della 38enne di comprendere le conseguenze delle proprie azioni. Ma che evidentemente, per la Corte, presieduta da Ivana Caputo, andavano presi in considerazione nel determinare la pena. 

La figlia Diana lasciata da sola e morta di stenti a 18 mesi

I fatti risalgono al luglio di tre anni fa. Pifferi lasciò la figlia Diana su un lettino da campeggio con un solo biberon di latte e una bottiglietta d'acqua a disposizione. Al suo ritorno, sei giorni dopo, la bimba era morta di stenti, a causa della fame e del caldo. 

Al compagno, la donna aveva raccontato di averla affidata a sua madre, che a sua volta era all'oscuro del pericolo a cui la nipotina era esposta, pensando che l'avesse portata con sé. Da allora, la donna, insieme all'altra figlia, la sorella di Alessia, si è battuta affinché Diana ottenesse giustizia.

Le reazioni dopo il mancato ergastolo: "Questa non è giustizia"

Prima della lettura della sentenza, mentre i giudici erano ancora in camera di consiglio, Viviana Pifferi, parlando con i giornalisti, aveva dichiarato: "Capisca quello che ha fatto mettendolo a fuoco". Secondo lei, la sorella avrebbe raccontato nel tempo molte bugie.

In alto, un estratto della puntata della trasmissione Rai "Ore 14", che ha raccolto le dichiarazioni di Viviana Pifferi, sorella dell'imputata e zia della vittima, prima della lettura della sentenza - 5 novembre 2025. 

Accusando ingiustamente lei e sua madre di averla "abbandonata", anche se avrebbe sempre rifiutato il loro aiuto. "Si danno solo 24 anni a una mamma che è andata a divertirsi invece di badare alla figlia. Questa non è giustizia", ha detto uscendo dal Tribunale, visibilmente amareggiata. 

La sentenza ha anche eliminato la misura di sicurezza della libertà vigilata prevista al termine della pena, confermando l'obbligo per Pifferi, difesa dall'avvocata Alessia Pontenani, di rifondere le spese legali delle familiari, parti civili nel procedimento a suo carico. 

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...