La tensione tra Russia e Stati Uniti torna a crescere in modo preoccupante sul fronte nucleare, con Vladimir Putin che avverte Washington circa le possibili "misure reciproche" qualora gli Stati Uniti dovessero realmente riprendere i test sulle armi nucleari. Questo scenario apre la porta ad una nuova, pericolosa fase di escalation tra due delle maggiori potenze mondiali.
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha affermato che il suo paese valuterà la possibilità di effettuare nuovi test nucleari. Durante un incontro con i membri del Consiglio di sicurezza russo, Putin ha sottolineato che il suo paese ha rispettato e continuerà a rispettare gli obblighi previsti dal Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT).
Il leader russo ha però lanciato un avvertimento: se gli Usa o un qualsiasi firmatario del CTBT dovessero condurre test sulle armi nucleari, "la Russia sarebbe tenuta ad adottare misure reciproche". Le parole di Putin seguono le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva annunciato l’avvio di programmi di test nucleari.
A fine ottobre, il presidente americano ha dichiarato di aver ordinato al Dipartimento della guerra di riprendere "immediatamente" i test sulle armi nucleari "su base di parità" con altre potenze in possesso di queste armi.
Non era stato però subito chiaro se Trump si fosse riferito ai test di volo di missili con capacità nucleare o ai test di esplosivi nucleari.
Solo pochi giorni prima, il 26 ottobre, la Russia aveva annunciato di aver testato il suo missile da crociera Burevestnik a propulsione nucleare e progettato per trasportare una testata nucleare.
Gli esperti osservano che una nuova serie di test potrebbe provocare una spirale di reazioni a catena tra le grandi potenze nucleari, con un ritorno ad un clima di sfiducia e un accumulo di arsenali militari, vanificando decenni di sforzi per il controllo degli armamenti e la stabilità strategica. Parallelamente, la crisi sul tema aggiunge un ulteriore elemento di complessità, allontanando le possibilità di dialogo e negoziato concreto tra le potenze mondiali.
È però importante notare un recente chiarimento: il segretario all'Energia Chris Wright ha rivelato al programma "The Sunday Briefing" di Fox News che gli Stati Uniti non testeranno esplosioni nucleari, indicazione che potrebbe aiutare a contenere la tensione.
L’attenzione rimane puntata sulle prossime mosse politiche di entrambe le parti.
Una risposta alle parole di Trump era arrivata anche dalla Cina. La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha smentito, il 3 novembre, le accuse di Trump sulle violazioni della moratoria sui test.
Washington e Mosca sono le due maggiori potenze nucleari in termini di numero di testate in possesso. Allo stesso tempo, anche Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord e Israele sono dotati di armi nucleari, rendendo la situazione internazionale un delicato equilibrio di fragilità e controllo.
La cooperazione o il confronto tra questi attori influenzeranno l’evoluzione della sicurezza globale nei mesi e negli anni a venire.
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