La guerra tra Israele e Hamas ha lanciato nella Striscia di Gaza una devastazione senza precedenti. Il conflitto è iniziato nell'ottobre 2023 ed è stato raggiunto un accordo di tregua pochi giorni dopo il secondo anno di combattimenti. Sono stati uccisi oltre 68mila palestinesi e più di 170mila sono rimasti feriti. Le recenti fotografie, riportate da alcuni giornali internazionali, mostrano una massiccia distruzione che evidenzia come la ripresa per questo territorio disseminato di macerie sarà un lungo percorso.
Il 7 ottobre 2023 un attacco coordinato di Hamas ha causato la morte di oltre 1.100 persone in Israele e il rapimento di 251 ostaggi. All'indomani, Tel Aviv ha avviato una lunga offensiva nella Striscia di Gaza.
Nonostante alcune tregue temporanee, il conflitto ha provocato una crisi umanitaria di enormi proporzioni, dove le famiglie ancora sopravvissute vivono in condizioni estreme, con pochi aiuti internazionali disponibili.
Oggi, sebbene sia in vigore un cessate il fuoco, con interi quartieri rasi al suolo, ospedali distrutti e una popolazione stremata, il futuro di Gaza rimane incerto.
Secondo quanto riportato da diverse testate giornalistiche e dal dettaglio fotografico di AP News, in seguito a una visita nell’area al confine orientale di Gaza City, sono rimasti pochi edifici nella parte settentrionale dell'enclave palestinese. Interi quartieri urbani sono ridotti in polvere e detriti.
La tregua ha acceso la speranza per il futuro dei palestinesi abitanti dell'enclave. Tuttavia, l’ampiezza della distruzione mette a dura prova la possibilità di ricostruzione e di un ritorno a una vita normale.
Nonostante la cessazione dei combattimenti, permangono tensioni legate alla reale applicazione dell’accordo, con Israele che mantiene pressioni militari e Hamas che conserva il controllo del territorio.
L’obiettivo immediato rimane garantire aiuti essenziali a Gaza e avviare un processo di stabilizzazione in un contesto estremamente fragile. Le parti sono ancora diffidenti, ma il cessate il fuoco rappresenta un passo importante verso un possibile accordo duraturo.
Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è entrato in vigore il 10 ottobre 2025. Da allora le parti hanno più volte denunciato violazioni dell'accordo. La tregua però continua a reggere, nonostante le evidenti fragilità.
Gli Stati Uniti sono stati al centro della mediazione tra le parti. Il piano di pace redatto da Washington prevede 20 punti. Anche se è stata avviata la prima fase, le successive restano poco chiare e i passi sembrano meno delineati.
Dopo la tregua, i palestinesi hanno iniziato a tornare alle loro abitazioni. Le forze israeliane hanno accettato di ritirarsi fino alla linea gialla.
Hamas ha accettato di restituire gli ultimi 20 ostaggi vivi e 28 deceduti, mentre continua la restituzione dei corpi. In cambio, Tel Aviv ha rilasciato oltre 1.900 detenuti palestinesi.
La distribuzione degli aiuti resta uno dei nodi principali per la crisi umanitaria.
I prossimi passi prevedono negoziazioni sulla smilitarizzazione, governance e ricostruzione di Gaza.
Mentre la tregua offre un momento di relativa calma, le sfide per la pace restano enormi. La comunità internazionale osserva con attenzione le dinamiche interne a Gaza e le pressioni geopolitiche nella regione.
Solo con un impegno serio da tutte le parti sarà possibile sperare in una stabilità duratura, ma la strada è ancora lunga e caratterizzata da molte incognite.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *