Renato Curcio, il fondatore delle Brigate Rosse, a 84 anni, non smette di far parlare di sé.
Domani, infatti, sarà ospite del centro sociale milanese "Lambretta" per presentare il libro che ha scritto insieme a Paolo Bellati "Neanche un filo d'erba".
Si tratta di un evento molto atteso dagli attivisti. Ma che al grande pubblico è stato reso noto solamente questa mattina grazie a un articolo a firma di Massimo Sanvito su Libero che fondamentalmente si chiede se sia giusto che un ex brigatista, mai pentito né dissociato, con 28 anni di reclusione alle spalle con l'accusa di essere stato il mandante di assalti e omicidi, di aver costituito e orchestrato un'associazione sovversiva, di banda armata ed evasione, trovi ospitalità (da guest star) in un luogo pubblico.
E già: perché i locali dove si svolgono le attività del Lambretta, ricorda sempre Libero, sono stati assegnati dal Comune di Milano in maniera diretta.
Ora, è vero che Renato Curcio, ex fondatore delle Brigate Rosse e figura chiave degli anni di piombo in Italia, ha negli ultimi decenni riorientato il suo impegno verso attività culturali e sociali, diventando un intellettuale e saggista impegnato. Ma è altrettanto vero che il suo libro ("Neanche un filo d'erba", edito dalla cooperativa editoriale Sensibili alle foglie), quello che si appresta a presentare al Lambretta, è destinato a far discutere.
Esso, infatti, non è solo un lavoro sociopolitico che affronta temi di attualità legati alla società, alla memoria storica, alla lotta politica e alle trasformazioni culturali nel nostro Paese.
L'opera si colloca in una riflessione ampia sul passato e sul presente, senza rinnegare il proprio percorso ma proponendo un dialogo critico su quegli anni e sulle prospettive future.
Ma soprattutto avanza una critica feroce verso il sistema delle carceri minorili italiane.
Mentre le baby gang tornano drammaticamente a far parlare di sé, come scrive Sanvito, "al carcere minorile propone un'alternativa rivoluzionaria":
Ma non solo: Curcio si schiera anche con i cosiddetti "maranza", nella più tipica visione antagonista di estrema sinistra della società di oggi.
Fatto sta che l'iniziativa promossa dal centro sociale Lambretta ha più di una finalità: innanzitutto, vuole stimolare una riflessione storica e politica sul passato recente dell'Italia, attraverso la testimonianza diretta di Curcio. Poi vuole aprire uno spazio di confronto sulle questioni sociali contemporanee.
E, in tal ottica, il libro e l'incontro con Curcio sono visti come un'occasione per i giovani e per la comunità di approfondire temi legati alla memoria, all'impegno politico, alle alleanze sociali e alla costruzione di nuove forme di partecipazione.
Tuttavia, ancora Libero dà anche notizia che, al termine della manifestazione, è prevista una cena sociale il cui ricavato andrà a beneficio "dei compagni che hanno devastato la stazione centrale di Milano il 22 settembre scorso in occasione dello sciopero generale indetto dai sindacati autonomi per Gaza. Quattro dei fermati, poi subito rilasciati, erano infatti militanti del Lambretta".
Quindi, quale miglior testimonial di Renato Curcio?
Resta, però, secondo il giornale diretto da Mario Sechi, il nodo dell'opportunità di utilizzare uno spazio comunale per questo genere di iniziative:
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