08 Nov, 2025 - 14:20

La sinistra riparte da Enzo Iacchetti? Il comico studia da nuovo Beppe Grillo

La sinistra riparte da Enzo Iacchetti? Il comico studia da nuovo Beppe Grillo

Enzo Iacchetti, mattatore della satira nostrana e volto storico di Striscia la Notizia, si è ormai trasformato nel nuovo supplente politico di una sinistra in cerca di leadership e coraggio, almeno su certi temi caldi.

La sua recente presa di posizione, affidata a un post in cui cita Giovanni Falcone – “Quando un Governo va contro la magistratura, vuol dire che la mafia si è insediata nelle istituzioni” – ha infiammato il dibattito e rispolverato perfino il fantasma del magistrato-eroe.

Il problema? Da Gaza all’antimafia, Iacchetti sembra aver iniziato seriamente a sentirsi l’ultimo giurista, politologo e moralizzatore rimasto in Italia. Ma siamo sicuri che alla sinistra serva davvero un comico in cabina di regia, fra una denuncia social e uno scontro TV?​

Il post su Falcone e lo show social

La citazione di Falcone, usata per accusare il governo di assecondare la mafia nelle istituzioni, si inserisce nel delicato scontro sulle riforme della giustizia e sulla separazione delle carriere tra magistratura e pubblico ministero.

Iacchetti, però, riesce nell’impresa di decontestualizzare tutto, trasportando la polemica dagli anni Novanta direttamente nel feed di oggi, come se bastasse una frase di eroe nazionale per fare opposizione.

Non sono mancate le discussioni tra follower e detrattori, con commenti che oscillano tra il sarcasmo (“Ecco il leader che la sinistra cercava, il successore curriculare di Beppe Grillo!”) e lo sdegno per una polemica che molti considerano sterile e strumentale.​

Da Gaza alla polemica TV

Se la polemica su Falcone ha scaldato i social, le prese di posizione di Iacchetti su Gaza lo hanno proiettato al centro del dibattito pubblico.

Il comico ha incendiato trasmissioni come Cartabianca e podcast come Tintoria, accusando i media di censura e le istituzioni di complicità nel “genocidio” dei palestinesi.

Dopo una lite accesa con Eyal Mizrahi (“Cosa hai detto stron*o? Non conosci la storia dei palestinesi né del tuo Paese”), Iacchetti ha denunciato minacce di morte, calo di lavoro e isolamento mediatico, ma senza arretrare di un millimetro: “Non mi vuole vedere più nessuno… Ho sfondato la quarta parete del televisore. Il mio è stato un atto di supplenza morale”.​​

L’irrefrenabile ascesa del comico impegnato

Tra una denuncia sul Ponte sullo Stretto e una frecciata alla Rai (“i media vogliono mettere a tacere Gaza”), Iacchetti si è ormai cucito addosso i panni del comico impegnato, forse troppo per restare nel suo ruolo tradizionale.

La sinistra apprezza il coraggio, ma è pronta a consegnargli le chiavi della leadership? Potrebbe mettere d'accordo Pd e M5s e guidare il Campo largo? Lui intanto va avanti: “Mi dispiace che le autorità che hanno rispetto nel mondo, come il Papa e i presidenti, non prendano posizioni forti… Non bastano più le frasi, bisogna agire”.​

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