11 Nov, 2025 - 10:55

“Addio alle correnti”: Palamara difende la riforma della giustizia e risponde a Calenda

“Addio alle correnti”: Palamara difende la riforma della giustizia e risponde a Calenda

La Riforma della Giustizia, o più precisamente Riforma della Magistratura firmata dal ministro Carlo Nordio, continua a dividere magistrati, politica e opinione pubblica.

Dopo l’approvazione definitiva del Parlamento, molto presto toccherà agli italiani esprimersi con un referendum costituzionale. Il ‘sì’ o il ‘no’ riguarderà l’intero pacchetto: separazione delle carriere dei magistrati, sdoppiamento del CSM, sorteggio dei membri e istituzione dell’Alta Corte disciplinare. 

Sulla riforma e sulle polemiche che nelle ultime settimane hanno accompagnato la sua approvazione, Tag24.it ha intervistato l’ex presidente dell’ANM, Luca Palamara. 

Palamara ha spiegato perché oggi è favorevole alla separazione delle carriere e soprattutto perché il sorteggio dei membri del Consiglio Superiore della magistratura è tanto temuto e osteggiato. Risponde, infine, anche a chi come il senatore di Azione, Carlo Calenda, parla di ‘metodo Palamara’.

Sorteggio CSM, Palamara: “E’ temuto perché mette fine alla correntocrazia”

D: Sorteggio dei membri del Csm o separazione delle carriere? Secondo lei cosa temono di più i comitati del no?

R: Quello che più temuto dai temi della riforma all’interno della magistratura è il tema del sorteggio.

E’ Quello che tocca un po' il cuore dell’organizzazione interna della magistratura, ovvero il passaggio dalla cosiddetta correntocrazia - che ancora oggi domina il sistema interno della magistratura - a un meccanismo nel quale, per entrare nel Consiglio Superiore della Magistratura, non ci sarà più bisogno di appartenere o meno a una corrente, ma ci si potrà andare se si verrà estratti a sorte tra i candidabili.

D: Perché questa è una riforma così temuta? 

R: Perché ormai a partire dalla metà degli anni ‘60 la magistratura è imperniata  su questo meccanismo (delle correnti, ndr).

Da qui l’opposizione e l’idea che questa riforma possa comprimere il diritto di scelta. A questa obiezione, però, occorre opporre che chi verrà estratto a sorte non è chi passa in strada casualmente, ma è un magistrato.

“La magistratura associata e una parte dell’opposizione si stanno saldando”

D: Come replica a chi dice che la Riforma Nordio mette a rischio l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati?

R: E’ un punto di vista espresso prevalentemente dalla magistratura associata e anche una parte dell’opposizione politica, che oggi si stanno saldando. Perché sono contrari? Perché si ritiene che in questo si possano scardinare gli articoli 101 e seguenti della nostra Costituzione, in realtà nel testo che è stato approvato recentemente in doppia lettura al Senato non è in alcun modo previsto.

Né si può invocare Licio Gelli, o altri esponenti politici, per spaventare l’opinione pubblica. 

D: E allora?

R: Dal mio punto di vista, il tema in questione deve essere impostato sotto un profilo ordinamentale. E’ vero che la Costituzione stabilisce l’autonomia dell’indipendenza della magistratura, però dobbiamo sempre ricordare che nel nostro ordinamento nel 1988 è stato approvato il nuovo codice di procedura penale che ha introdotto il sistema accusatorio. 

Nel 2001 è entrato in funzione l’articolo 111 della Costituzione. Avere un pubblico ministero e un difensore sullo stesso piano rispetto a un giudice terzo, maggiormente garantisce il diritto di difesa.

E io ritengo che questa riforma maggiormente possa rispondere alle esigenze del cittadino, cioè quelle di avere un processo nel quale il suo diritto di difesa possa essere maggiormente garantito.

D: C’è stato chi ha denunciato remore da parte dei magistrati favorevoli alla riforma a esprimersi, secondo lei è davvero questo il clima?

R: La domanda che lei pone però ha una risposta vera e qual è la risposta vera: obiettivamente c’è molta difficoltà singolarmente a venire fuori e a esprimere posizioni di dissenso perché in qualche modo in quel mondo funziona così: la linea di pensiero che viene dettata da pochi all’interno dell’Anm sia quella linea di pensiero a cui poi tutti finiscono per adeguarsi. 

Separazione carriere, Palamara: “Oggi sono favorevole ed ecco perché ho cambiato idea”

D: Oggi lei è a favore della separazione delle carriere, ma è sempre stato così?

R: Io sono a favore della riforma, anche alla separazione delle carriere, pur avendo sostenuto nel mio ruolo di presidente dell’ANM e poi al Csm una posizione favorevole all’unità delle carriere. Oggi la penso diversamente perché ho avuto degli osservatori privilegiati dai quali ho potuto ricavare che nei fatti oggi le due carriere sono separate. 

D: Ma allora che la facciamo a fare? 

R: La facciamo perché nel processo penale il diritto di difesa dell’imputato è maggiormente garantito se le parti si trovano in una posizione di equidistanza rispetto al giudice. Questo è il motivo per il quale io oggi sono favorevole alla separazione delle carriere e anche allo sdoppiamento del Csm.

La replica a Calenda: “Chi gli ha scritto il discorso non conosce le dinamiche nella magistratura”

D: In una recente intervista il leader di Azione, Carlo Calenda, ha dichiarato che questa riforma libera il Csm dal ‘metodo Palamara’, vuole rispondergli?

R: Non so chi ha scritto questo testo al senatore Calenda. Chi gliel’ha scritto forse non conosce a pieno le dinamiche all’interno della magistratura. Andrebbe spiegato che oggi tanti procuratori della Repubblica e tanti Presidenti dei Tribunali sono stati eletti con quel meccanismo.

Devo pensare che lui sia oggi contrario a chi svolge il ruolo di Presidente di Tribunale e procuratore della Repubblica. Penso che le dinamiche interne alla magistratura non siano state pienamente spiegate e comprese.

Non è il metodo migliore, ma posso rassicurare il senatore Calenda che al di là dell’ipocrisia che ha contraddistinto tutto il racconto che c’è stato dietro, tanti magistrati nominati con quel metodo e quel sistema sono magistrati validi e quindi anziché demonizzare loro,  nonostante l’improprio accostamento del mio nome a quel termine, sia un errore di valutazione che qualcuno farebbe bene a spiegare. 

 

 

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