11 Nov, 2025 - 12:38

Vittorio Feltri auspica la riforma della Giustizia più importante: i magistrati che sbagliano devono pagare

Vittorio Feltri auspica la riforma della Giustizia più importante: i magistrati che sbagliano devono pagare

Chi sbaglia paga. È una regola che vale per i medici, che vale per i giornalisti, che vale per ogni tipo di professionista. Tranne che per i magistrati.

È proprio questo vulnus che una riforma della Giustizia seria dovrebbe colmare: parola di Vittorio Feltri.

Per il direttore, rappresenta la vera priorità cui la politica dovrebbe mettere mano: l'introduzione della responsabilità civile per i magistrati.

Feltri e la riforma della giustizia che vorrebbe: la responsabilità per le toghe

Vittorio Feltri ha avuto modo di spiegare quale sarebbe secondo lui la riforma più importante nel campo della giustizia italiana rispondendo questa mattina a un lettore del Giornale che gli chiedeva conto della malagiustizia che l'Italia è ancora costretta a subire.

Secondo il direttore, se ci fosse una legge che delineasse chiaramente la responsabilità personale a carico dei magistrati che sbagliano, che mandano in galera degli innocenti, la situazione sarebbe migliore rispetto a quella di oggi:

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Dobbiamo avere il coraggio di dire che non basta risarcire il cittadino vittima di una cattiva giustizia: serve introdurre un principio di responsabilità personale anche nel sistema giudiziario. È questa la riforma che serve con urgenza

Del resto, ricorda sempre Feltri, quando un medico sbaglia è chiamato a rispondere del suo operato, così come qualsiasi altro professionista. Perché per le toghe non vale questo principio?

Eppure, il loro lavoro può impattare in maniera devastante nella vita di tutti: le toghe hanno il potere di togliere il bene più prezioso che abbiamo, la libertà.

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Quando è un magistrato, un investigatore, un funzionario che sbaglia al punto da condannare un innocente, dove è il conto morale e materiale? Non può esserci soltanto il danno risarcito dal bilancio dello Stato. Ci vuole adeguata sanzione

ha scritto Feltri.

La giustizia italiana in mano ai potenti

Il punto vero della questione, ha avuto modo di sottolineare Vittorio Feltri, è che "la nostra giustizia, per quanto onorevole nella gran parte dei professionisti che vi lavorano, lascia ancora troppi margini al potere, investigativo, giudiziario, esecutivo, senza sufficiente controllo"

Per il direttore, quindi, è una giungla. E, come in tutte le giungle, l'unica regola che vale è quella del più forte:

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Chi ne paga le conseguenze sono le persone più deboli: innocenti dietro le sbarre e poi storie rimosse quando escono di prigione

I risarcimenti che non possono essere sufficienti

Lo Stato, per ogni giorno di detenzione ingiusta subita da un cittadino, paga 235,82 euro. Per chi va agli arresti domiciliari, vale la metà. Ma nessuna cifra, secondo Vittorio Feltri, sarà mai sufficiente a ripagare dal dramma di varcare con le manette ai polsi la soglia di una casa circondariale, di essere privato del bene più prezioso che abbiamo: la libertà:

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Ventiquattro ore nell'inferno di una cella, senza il bene assoluto e inviolabile della libertà, valgono forse 200 euro?

si è chiesto il direttore. Citando poi dei dati che dovrebbero far davvero riflettere.

I dati sui risarcimenti per le ingiuste detenzioni 

Vittorio Feltri, nel focalizzare la sua attenzione sulla malagiustizia, ha ricordato che nel solo 2024 lo Stato ha versato circa 27 milioni di euro per risarcire i cittadini vittime di errori giudiziari.

Tra il 2018 e il 2024, poi, la somma è andata oltre i 220 milioni.

E sono state ben 5000 le persone le cui richieste di risarcimento sono state accolte, non certo poche:

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Sono numeri che fanno rabbrividire perché non rappresentano meri costi amministrativi: dietro ogni cifra c'è un uomo o una donna cui è stata tolta la libertà, spesso la dignità, e forse persino la speranza

 

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