11 Nov, 2025 - 17:13

Processo Paganelli, l’ombra dell’incesto: la domanda choc in aula e la smentita di Barzan su Canale 122

Processo Paganelli, l’ombra dell’incesto: la domanda choc in aula e la smentita di Barzan su Canale 122

Il caso dell’omicidio di Pierina Paganelli continua a intrecciare nuove ipotesi, contraddizioni e tensioni familiari. Nella terza udienza del processo a carico di Louis Dassilva, l’aula del tribunale ha assistito a momenti di forte tensione, tra domande provocatorie, testimonianze inquietanti e smentite ufficiali.

Al centro del dibattito, una questione che tocca corde delicate: il presunto rapporto incestuoso tra Loris e Manuela Bianchi, rispettivamente fratello e sorella, ipotesi che la difesa di Dassilva ha evocato come possibile chiave di lettura del movente dietro il delitto.

Le testimonianze della famiglia Saponi

Durante l’udienza, Giacomo Saponi, figlio della vittima, ha raccontato come i rapporti tra i componenti della famiglia Bianchi non fossero affatto sereni. Secondo quanto riferito, il legame tra Loris Bianchi e il cognato Giuliano, marito di Manuela, sarebbe stato costellato da tensioni e dissapori. Saponi ha descritto quel rapporto come “burrascoso,” aggiungendo che Giuliano nutriva “diverse perplessità sui comportamenti” di Loris.

Questa testimonianza si è affiancata a quella di Chiara Saponi, che ha fornito un altro tassello inquietante della vicenda. Davanti ai giudici, la donna ha riferito un episodio risalente nel tempo ma di forte impatto emotivo: secondo quanto dichiarato, Loris Bianchi le avrebbe confessato di assumere farmaci per “reprimere il desiderio di uccidere persone.” Parole che hanno fatto calare un silenzio pesante in aula, segnando uno dei passaggi più drammatici della giornata.

La domanda choc dell’avvocato Guidi

Il momento più controverso della terza udienza è arrivato quando l’avvocato Andrea Guidi, difensore di Louis Dassilva, ha deciso di spingersi oltre, sollevando un interrogativo che ha fatto sobbalzare i presenti. “Lei è a conoscenza di un eventuale rapporto improprio e incestuoso tra Loris e Manuela Bianchi?” ha chiesto Guidi a Giacomo Saponi. La presidente del collegio giudicante, la giudice Fiorella Casadei, ha immediatamente interrotto l’interrogatorio, dichiarando la domanda inammissibile e vietandone la risposta.

Nonostante il divieto imposto in aula, la questione non è rimasta confinata alle mura del tribunale. Lo stesso avvocato Guidi, parlando successivamente con i giornalisti, ha anticipato che esistono “substrati” ancora da portare alla luce, che giustificherebbero la necessità di affrontare tale tema nel corso del processo. Secondo il legale, potrebbero emergere elementi utili a comprendere meglio i rapporti interni alla famiglia Bianchi e il contesto in cui è maturato il delitto.

La smentita in diretta di Davide Barzan

La replica non si è fatta attendere. Durante la trasmissione “Incidente Probatorio,” in diretta su Canale 122 Fatti di Nera, è intervenuto Davide Barzan, consulente di Manuela Bianchi, che ha voluto mettere fine alle voci con una smentita categorica.

“Si smentisce in modo categorico qualsivoglia ipotesi o insinuazione di rapporti di natura incestuosa, domanda peraltro non ammessa dal Presidente della Corte d’Assise,” ha dichiarato Barzan davanti alle telecamere. “I miei assistiti, Manuela e Loris Bianchi, dopo attenta lettura dei verbali e delle trascrizioni delle udienze, valuteranno le eventuali azioni da intraprendere nelle sedi competenti.”

Le parole dell’avvocato, tuttavia, non hanno placato la curiosità e i sospetti che circolano attorno al caso. L’ipotesi del movente incestuoso, per quanto smentita, ha comunque aperto un nuovo fronte interpretativo sul contesto familiare in cui è maturato l’omicidio.

Il peso della religione nei Testimoni di Geova

Pierina Paganelli e i suoi familiari, infatti, facevano parte della comunità dei Testimoni di Geova, un ambiente noto per il rigore morale e la condanna assoluta di comportamenti sessuali ritenuti peccaminosi. In questo quadro, l’eventuale esistenza — anche solo ipotizzata — di un rapporto incestuoso tra due membri della stessa famiglia avrebbe rappresentato un tabù insostenibile, un segreto da preservare a ogni costo.

Secondo alcune interpretazioni emerse tra gli osservatori del processo, proprio la necessità di nascondere tale segreto, se mai fosse esistito, potrebbe essere stata vista da qualcuno come motivo scatenante di conflitti, minacce o silenzi. “Dato che l'incesto è considerato un comportamento sessuale gravemente peccaminoso e inaccettabile tra i Testimoni di Geova, la presunta necessità di nascondere un tale segreto all'interno della comunità religiosa e familiare potrebbe, secondo alcune ipotesi, costituire un oscuro movente per l'omicidio di Pierina Paganelli.”

Un processo pieno di ombre e segreti

In attesa delle prossime udienze, il processo Dassilva-Paganelli continua quindi a rivelarsi un intricato mosaico di rapporti familiari, dissidi personali e accuse incrociate. Mentre la difesa di Dassilva cerca di spostare l’attenzione su possibili dinamiche interne al nucleo Bianchi, l’accusa resta ferma sulla colpevolezza esclusiva dell’imputato. Ma una cosa è certa: il caso, lungi dall’essere lineare, continua a scavare nelle pieghe più oscure di una vicenda che unisce fede, sangue e segreti di famiglia.

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...