L'adesione del Regno Unito al progetto europeo di difesa rappresenta una questione cruciale nel contesto geopolitico attuale, segnato da crescenti tensioni con la Russia. Tuttavia, la decisione del governo Starmer di non versare i 6,75 miliardi previsti per il fondo difesa europeo evidenzia le profonde difficoltà che persistono nel rapporto tra Londra e l'Unione Europea.
La notizia che Londra non pagherà i 6,75 miliardi previsti per aderire al fondo difesa europeo. La decisione del governo di Keir Starmer rappresenta un duro schiaffo politico e simbolico all'UE. Questo rifiuto evidenzia il fallimento del progetto di una difesa comune europea intesa come continente ma non solo l'Unione europea, che soffre non solo per le resistenze britanniche, ma anche per le profonde divergenze tra i paesi membri del blocco su come attuarla e finanziarla.
Bruxelles e Londra sono in trattative dall'estate per assicurare l'adesione del Regno Unito al programma Security Action for Europe (SAFE), con l’obiettivo di aumentare gli acquisti congiunti e il riarmo in un contesto di tensioni con la Russia.
Secondo media britannici, Londra dovrebbe anche pagare 150 milioni di euro come spese amministrative. La somma complessiva supererebbe però quanto Londra si aspettava di dover versare per accedere al programma.
Inoltre, il piano di riarmo offrirebbe al governo britannico la possibilità di accedere a contratti per un valore pari al 50 per cento del fondo militare dell’Unione Europea.
Dal lato UE, la questione dell’adesione del Regno Unito al programma SAFE ha evidenziato diverse criticità interne, in particolare riguardo alla cooperazione sugli appalti con paesi esterni all’Unione. La Francia, in particolare, si era mostrata molto cauta e resistente all’ingresso delle aziende britanniche nel mercato della difesa comune europea, temendo un impatto negativo sulla propria industria bellica nazionale.
Security Action for Europe è un nuovo strumento finanziario dell’Unione Europea, adottato nel maggio 2025, concepito per fornire agli stati membri fino a 150 miliardi di euro in prestiti garantiti dal bilancio dell’UE.
L’obiettivo principale di SAFE è rafforzare la capacità difensiva europea attraverso investimenti urgenti e su larga scala nel settore della difesa, promuovendo appalti congiunti che assicurino l’interoperabilità delle forze armate, riducano i costi e consolidino la base industriale europea della difesa.
Con l'arrivo di Keir Starmer al governo britannico nel luglio 2024, Londra ha assunto un atteggiamento pragmatico ma cauto sul fronte delle relazioni con l'UE, dato le sfide interne e sociali.
Pur aperto a collaborazioni strategiche e dialogo, soprattutto in ambito economico e sicurezza, mantiene ferma la linea della sovranità nazionale nella politica estera del Regno Unito post-Brexit, limitando il coinvolgimento in meccanismi che possano ridurre l’autonomia del paese.
La rottura nelle relazioni UE-Regno Unito in tema di difesa e sicurezza, con il mancato contributo britannico al fondo SAFE, segna un momento critico nel periodo post-Brexit e nei tentativi di “reset” delle relazioni con l’UE di Starmer.
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