11 Nov, 2025 - 19:53

Occhio per occhio nei Caraibi: dietro l'allerta militare in Venezuela si nasconde un gioco di potere globale

Occhio per occhio nei Caraibi: dietro l'allerta militare in Venezuela si nasconde un gioco di potere globale

La crescente tensione tra Stati Uniti e Venezuela sta portando i Caraibi sull’orlo di una crisi militare. Tra manovre militari e accuse incrociate, si delinea un conflitto che va oltre le accuse al narcotraffico, rivelando interessi geopolitici profondi e un forte gioco di potere globale.

Cresce la tensione nei Caraibi

La situazione si fa sempre più tesa tra Venezuela e Stati Uniti dopo che il presidente americano, Donald Trump, ha dato il via libera, nel mese di agosto, al dispiegamento delle navi militari al largo delle coste del paese sudamericano.

L’amministrazione statunitense ha giustificato la decisione con la lotta al traffico di droga. Nelle ultime settimane le forze americane hanno effettuato 17 attacchi contro imbarcazioni ritenute coinvolte nel narcotraffico, uccidendo almeno 76 persone.

Trump ha anche ordinato il dispiegamento della portaerei USS Gerald Ford nella regione dell'America Latina. La notizia ha causato un aumento drastico delle tensioni, insieme al dispiegamento di sottomarini e aerei F-35 già presenti nei Caraibi. L'11 novembre, la più grande portaerei del Pentagono è arrivata in regione.

L’allerta militare venezuelana

Il ministro della Difesa e comandante in capo delle Forze armate nazionali bolivariane, Vladimir Padrino Lopez, ha annunciato che i livelli di allerta militare sono stati innalzati. Il provvedimento entrerà in vigore tra l'11 e il 12 novembre. Caracas aveva inoltre già mobilitato 4,5 milioni di miliziani.

Caracas sta affrontando la crescente pressione militare di Washington. Gli Stati Uniti accusano il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, di essere il capo di un cartello della droga, cosa che Maduro nega fermamente. Durante il secondo mandato di Donald Trump, l’amministrazione americana ha aumentato la taglia su Maduro portandola a 50 milioni di dollari.

Secondo esponenti del governo di Nicolas Maduro, dietro il pretesto della lotta al traffico di droga c’è la volontà di un cambio di regime. Di fronte alle crescenti tensioni, il presidente venezuelano ha già inviato una lettera a Trump, chiedendo il dialogo, senza però ricevere una risposta positiva.

La situazione politica

Maduro è al potere da oltre 12 anni. Sono molto discusse le ultime elezioni presidenziali del 2024, durante le quali l’opposizione e diversi osservatori internazionali hanno sostenuto che i risultati favorissero invece il candidato dell’opposizione.

Nonostante le tensioni molto alte, non è escluso che un attacco militare sul suolo venezuelano potrebbe non concretizzarsi. Tuttavia, le tensioni combinate con le pressioni economiche aumentate aprono anche ad altre ipotesi, senza un intervento militare.

Il gioco di potere globale dietro l'allerta militare

La crisi in Venezuela non è solo un conflitto locale ma un vero e proprio gioco di potere globale che vede coinvolti Stati Uniti, Russia e Cina. Gli Usa considerano l'area latinoamericana come il loro "cortile di casa" e mirano a contenere l'influenza crescente di Mosca e Pechino, contrapponendo pressioni militari ed economiche a Caracas.

Dietro la retorica della lotta al narcotraffico si nascondono interessi strategici, energetici e geopolitici. Questa tensione si inserisce in un più ampio scenario di competizione globale che rende la situazione nei Caraibi un banco di prova per l'egemonia americana.

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