Le parole sono importanti, diceva Moretti. Ebbene: per Travaglio, anche le citazioni.
Per il direttore del Fatto Quotidiano, infatti, a proposito della riforma della giustizia che la prossima primavera sarà sottoposta a referendum confermativo, Giorgia Meloni non l'ha azzeccata.
La premier, infatti, ha dichiarato che, con la riforma Nordio, "il magistrato che sbaglia sarà giudicato da un organismo terzo perché, come dice l'Uomo Ragno, da un grande potere derivano grandi responsabilità".
Beh: sbagliato, per il direttore del Fatto. Anzi: rivelatore "di quale trust di giuristi abbia ispirato la schiforma Nordio: i fumetti Marvel".
E quindi: più che l'Uomo Ragno, per Travaglio, si dovrebbe parlare di Donna Ragno, intesa Giorgia Meloni:
ha scritto. E il perché riempie tutto il resto dell'editoriale di oggi:
Come dire: siamo già ampiamente coperti. E, soprattutto, "è ovvio e fisiologico che 8-12 passaggi producano pronunce difformi". Che "non sono errori", secondo Travaglio. Solo che "a un certo punto bisogna mettere il punto e per convenzione ha ragione chi ha l'ultima parola".
ha puntualizzato Travaglio. Secondo il quale, quindi, si deduce che i magistrati hanno sempre ragione. Anche quando sbagliano.
E comunque: Travaglio si spinge a definire l'errore giudiziario:
Per quanto riguarda, invece, l'accertamento di dolo o colpa grave a carico di magistrati, con il sistema esistente, non se ne hanno notizie. Anzi, si ricorda che il pm del caso Tortora, giusto per fare un esempio, ha fatto carriera.
Ma tant'è: per Travaglio, tutto fa brodo pur di andare contro la riforma Nordio:
ha scritto il direttore del Fatto secondo il quale, "oggi, il pm e il giudice, con formazione, carriera e concorso comune, sono educati all'imparzialità: cioè a cercare entrambi la verità processuale".
Se si separano le carriere, secondo Travaglio, si rompe quest'idillio
ha sostenuto Travaglio ricordando che oggi chi viene denunciato e indagato ingiustamente può uscirne subito grazie al pm imparziale che lo fa archiviare o prosciogliere già in fase d'indagine.
Con la riforma Nordio, invece, chi sarà ingiustamente accusato "dovrà aspettare l'udienza preliminare o il dibattimento, cioè anni e anni".
Meglio allora, secondo Travaglio, difendere lo status quo: come è noto, con i pm "che cercano la verità" come i giudici, tutto va bene. E la giustizia arriva nel giro di un amen.
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