Prosegue l'indagine per corruzione aperta dalla Procura di Brescia dopo l'individuazione di movimenti di denaro sospetti sui conti correnti intestati ad alcuni familiari di Andrea Sempio, indagato dal marzo 2025 per l'omicidio - in concorso con ignoti o con Stasi, unico condannato - di Chiara Poggi.
Nel registro degli indagati risultano iscritti, ad oggi, l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti e Giuseppe Sempio, padre del 37enne. Secondo l'accusa, il primo potrebbe essere stato corrotto dal secondo affinché chiedesse l'archiviazione della posizione del figlio nel 2017, epoca della prima inchiesta a suo carico.
Nella giornata di oggi, 12 novembre 2025, sono stati ascoltati - come persone informate sui fatti - gli avvocati Federico Soldani e Simone Grassi, che nel 2017 difendevano Andrea Sempio con il collega Massimo Lovati.
Nel mirino del procuratore capo Francesco Prete e della pm Claudia Moregola - titolari del fascicolo -, c'è la questione del denaro prelevato dai Sempio nei mesi precedenti all'archiviazione di Andrea e consegnato - a loro dire - ai legali, per le spese difensive.
L'ipotesi investigativa non esclude che parte del totale della somma (60mila euro) potesse essere destinata ad ottenere proprio l'archiviazione, avvenuta il 23 marzo 2017. Questo anche sulla base del famoso "pizzino" con scritto "Venditti gip archivia x 20-30 euro" rinvenuto a casa Sempio. Per l'accusa, "20-30mila euro".
Finora, Soldani e Grassi avevano negato di aver ricevuto un compenso, sostenendo di aver accettato l'incarico difensivo in cambio di "un ritorno in visibilità". L'avvocato Lovati, invece, ha sempre detto che tutti e tre sarebbero stati pagati, in contanti.
le sue parole. Su cui ora gli inquirenti sembrano intenzionati a fare luce.
Dopo Soldani e Grassi, domani, 13 novembre, è atteso in Procura a Brescia anche l'avvocato Lovati, convocato per le 16. A confermarlo a Tag24, il suo nuovo portavoce e addetto stampa, Alfredo Scaccia.
Una notizia che ha sorpreso l'avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Lovati in merito alle accuse di diffamazione sollevate nei suoi confronti dai familiari del professor Giarda.
Sentito da Tag24, il legale ha spiegato di aver appreso della convocazione del suo assistito e dell'esistenza di un addetto stampa mentre era ospite della trasmissione Rai "Ore 14". "Non ne sapevo niente. Avrei preferito essere avvisato direttamente", ha dichiarato.
Smentendo poi l'agenzia circolata in queste ore, secondo cui avrebbe rimesso il suo mandato. "Ho appena sentito Lovati - ha detto -, mi ha chiesto personalmente di continuare a seguirlo. Non ho intenzione di abbandonarlo. Domani andrà da solo, non è indagato".
Intanto, la nuova perizia disposta dal gip nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio, ha confermato che le impronte repertate sulla porta del garage e su quella d'ingresso della villetta di via Pascoli appartengono rispettivamente al fratello della vittima e a un carabiniere. Si attendono ulteriori sviluppi.
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