L’Unione europea ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 6 miliardi di euro all’Ucraina, mentre tra i Ventisette cresce il dibattito su finanziamenti futuri, l’uso degli asset russi congelati e l’impatto del più grave scandalo di corruzione esploso a Kiev negli ultimi anni
L'Unione europea ha annunciato il 13 novembre 2025 l'erogazione di circa 6 miliardi di euro di aiuti finanziari all'Ucraina.
Questa iniziativa è arrivata mentre gli alleati discutono di un "prestito di riparazione" per l'Ucraina utilizzando i beni russi congelati in Europa. Kiev, che è in guerra dal febbraio 2022, dovrà colmare un divario di 61 miliardi di dollari nel periodo 2026-2027.
Gli aiuti in piccole tranche non sembrerebbero sufficienti a placare le necessità di Kiev. Tuttavia, al di là delle riserve di alcuni alleati sull'utilizzo di asset russi congelati, un importante scandalo di corruzione attira l'attenzione sulla decisione finale.
L’UE sta discutendo dei prestiti all’Ucraina in un momento molto delicato, a causa dell’indagine per corruzione che coinvolge figure di alto livello.
Mentre l’Ucraina è in guerra e sta portando avanti il processo di adesione all’UE, un recente rapporto dell’UE aveva già sollecitato Kiev ad impegnarsi di più per l'adesione al blocco. Lo scoppio dello scandalo mette in imbarazzo l’UE, che però non intende tirarsi indietro dal sostegno a Kiev, anche se la situazione si è complicata ulteriormente.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il 13 novembre ha illustrato tre possibili modalità per finanziare il sostegno all’Ucraina. Le opzioni sono: utilizzare la flessibilità del bilancio UE per raccogliere fondi sui mercati dei capitali, stipulare un accordo intergovernativo tra gli stati membri affinché siano loro stessi a reperire il capitale necessario, oppure ricorrere a un prestito di riparazione basato sui profitti generati dai beni russi congelati in Europa, una soluzione politicamente sensibile ma ritenuta sempre più rilevante nel contesto del sostegno finanziario all’Ucraina.
Kiev ha già avvertito che avrà bisogno di nuova assistenza finanziaria al più tardi nel secondo trimestre del 2026. Gli alleati devono agire quindi in fretta.
I più favorevoli temono ora che lo scandalo di corruzione possa far pendere la bilancia a favore di coloro che si oppongono al sostegno finanziario a Kiev.
Bruxelles deve decidere se prestare maggiore attenzione a come spendere i soldi degli europei o se sostenere il suo alleato senza condizioni.
"Ci aspettiamo che l'Ucraina proceda con le misure anticorruzione e le riforme nel suo Paese", ha affermato il cancelliere tedesco Friedrich Merz, in un chiaro rimprovero.
Lo scandalo di corruzione appare come il più grave che abbia colpito il governo di Volodymyr Zelensky da quando è entrato in carica nel 2019.
Secondo gli organismi anticorruzione NABU e SAPO, una rete criminale avrebbe sottratto circa 100 milioni di dollari, coinvolgendo Energoatom, l’ente nucleare statale ucraino.
German Halishchenko, ministro della Giustizia, e Svitlana Hrynchuk, ministra dell’Energia, hanno presentato le loro dimissioni il 12 novembre in seguito allo scoppio dello scandalo. Inoltre, il presidente ha firmato un decreto che impone sanzioni contro due imprenditori, Timur Mindich e Oleksandr Tsukerman, entrambi indicati come figure centrali nell’indagine.
Ma le perplessità non mancano.
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