La Germania si prepara ad un riassetto significativo delle proprie forze armate, con l’obiettivo di incrementare il numero di soldati attivi e riservisti. L’annuncio del governo guidato dal cancelliere Merz ha acceso il dibattito: la leva militare obbligatoria tornerà davvero? Ad oggi la risposta è più sfumata, con un piano che punta principalmente a rafforzare l’esercito attraverso il volontariato, mantenendo aperta l’ipotesi dell’arruolamento forzato come ultima risorsa.
Il governo di Friedrich Merz, formato da una coalizione tra CDU/CSU e SPD, ha ufficialmente reso pubblico un ambizioso piano per le forze armate tedesche. L’obiettivo di Berlino è portare il numero totale di soldati da circa 180mila a 260mila, con un contingente di riservisti che dovrebbe arrivare a circa 200mila.
Parte del piano prevede l’invio di questionari a tutti i giovani diciottenni e per gli uomini la compilazione sarà obbligatoria. Lo scopo è raccogliere dati sulla loro motivazione e idoneità al servizio militare, oltre a informarli sulle possibilità di un impegno volontario.
A chi decide di arruolarsi volontariamente sarà offerto un contributo mensile di 2.600 euro.
Il percorso annunciato da Berlino punta a un rafforzamento basato sulla volontarietà, lasciando però una porta aperta qualora il reclutamento volontario non raggiunga i risultati sperati.
Nonostante le ambizioni di crescita del numero di soldati, il governo tedesco ha chiarito che la leva militare obbligatoria non verrà reintrodotta immediatamente. Tuttavia, se gli obiettivi di arruolamento volontario non saranno raggiunti, si potrebbe procedere ad un arruolamento obbligatorio.
Il precedente obiettivo di 203mila soldati non è stato raggiunto con il solo volontariato, motivo per cui questa ipotesi resta sul tavolo.
Il ministro della Difesa tedesco ed esponente SPD, Boris Pistorius, ha espresso la speranza che la legge possa entrare in vigore nel 2026. L’approvazione definitiva spetterà però al Bundestag, il parlamento federale, chiamato a valutare la proposta.
Da ricordare che la Germania, dal 1956 al 2011, ha avuto la coscrizione obbligatoria, sospesa proprio sotto il governo di Angela Merkel. L’attuale dibattito, dunque, segna un possibile ritorno a un sistema di difesa più tradizionale, seppure modulato alle esigenze contemporanee.
Le discussioni sull’aumento del numero di soldati attivi e riservisti della Bundeswehr si sono intensificate drasticamente dopo lo scoppio della guerra in Ucraina del 2022. Le tensioni geopolitiche hanno spinto la Germania a rivedere in modo sostanziale la propria strategia di difesa.
Berlino punta a diventare l’esercito convenzionale più potente d’Europa, sostenuto dall’ambizione politica del cancelliere Friedrich Merz, promotore di un programma di ampio riarmo e rafforzamento delle capacità militari tedesche.
Inoltre, le tensioni geopolitiche e la percezione di un supporto statunitense limitato hanno convinto molti paesi europei, la Germania in primis, a prepararsi finanziariamente e strategicamente contro eventuali minacce.
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