La NATO mostra i muscoli in Romania con l’esercitazione “Dacian Fall” mentre gli Stati Uniti riducono le truppe nel paese mentre continuano a crescere le tensioni con la Russia.
La NATO ha organizzato, dal 20 ottobre al 13 novembre, in Romania, un’imponente esercitazione militare su larga scala chiamata “Dacian Fall 2025”. All’evento hanno preso parte circa 5mila soldati e 1.200 mezzi provenienti da dieci paesi alleati, tra cui Polonia, Spagna, Portogallo e Macedonia del Nord.
Le esercitazioni solitamente hanno uno scopo difensivo. Tuttavia quest’anno hanno ampiamente assunto una connotazione di deterrenza per l’Alleanza atlantica soprattutto nel quadrante sud-orientale europeo, in particolare nel delicato contesto geostrategico che coinvolge il fianco est del territorio della NATO.
Il luogo delle esercitazioni, la Romania, paese strategico per la posizione geografica confinante con Ucraina, Moldavia e Mar Nero, ospita da tempo basi NATO e un gruppo tattico multinazionale guidato dalla Francia.
In sostanza, “Dacian Fall” appare come un segnale chiaro e un’esibizione di forza, volte a scoraggiare qualsiasi ipotesi di aggressione russa nell’area, a testimonianza dell’impegno dell’Alleanza verso il consolidamento del fianco orientale in risposta alle minacce percepite da Mosca.
Parallelamente a queste esercitazioni, gli Stati Uniti hanno annunciato la ridistribuzione di una brigata di circa 800 soldati di stanza in Romania. Questi militari sono stati spostati nel Kentucky quindi fuori dal paese.
Si tratterebbe di una riduzione significativa ma non di un disimpegno totale, dato che centinaia di militari americani continueranno a rimanere in loco.
Questa scelta è stata interpretata da alcuni analisti come un segnale politico pessimista, che rischia di incoraggiare Mosca a mettere alla prova la determinazione della NATO nel mantenere la sicurezza del fianco orientale. Nonostante ciò, secondo diversi funzionari occidentali, l’impatto militare sul terreno è considerato limitato vista la presenza ancora consistente di forze alleate e multilaterali nell’area.
Gli Stati Uniti, pur riducendo la propria presenza, hanno ribadito il loro sostegno alla Romania e alla NATO in generale, sottolineando la necessità che gli alleati europei assumano maggiori responsabilità militari per la sicurezza regionale, spostando di fatto il peso operativo verso le forze europee.
Questa riorganizzazione rifletterebbe anche il cambiamento di strategia della nuova amministrazione americana, sotto la guida di Donald Trump, che punta a un maggiore coinvolgimento degli alleati nel mantenimento dell’equilibrio geopolitico nella regione.
Lo sfondo della situazione è caratterizzato da forti tensioni tra Russia e Occidente, in particolare dopo diversi avvistamenti di droni nei cieli di diversi paesi europei in un contesto della guerra in Ucraina in corso dal febbraio 2022.
L’esercitazione “Dacian Fall” è inquadrata soprattutto nell’ottica di una misura di deterrenza. Si vuole dimostrare la capacità operativa della NATO in scenari ad alta intensità e mandare un messaggio politico e militare chiaro: l’Alleanza è unita, pronta e determinata a rispondere a qualsiasi minaccia.
La riduzione dei militari statunitensi comunque, provoca incertezza ma non indebolisce significativamente il dispositivo NATO. Il rafforzamento del fianco orientale rappresenta comunque un punto fermo nella strategia dell’Alleanza nel corso di un fase geopolitica di grande complessità.
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