Aveva accompagnato i figli a scuola, poi - all'improvviso - era scomparsa nel nulla. Appena ventiquattro ore dopo, il 14 novembre 2025, Axenia Manoli, 31enne di origini moldave, è stata ritrovata senza vita in una zona boschiva a Cave, a sud di Roma.
Il corpo era a circa 200 metri dalla sua auto, una Toyota Yaris nera individuata grazie al Gps dell'assicurazione, parcheggiata e chiusa a chiave. Non c'erano, stando a una prima ricostruzione, segni evidenti di violenza.
Lo scorso 13 novembre, come faceva sempre, Axenia aveva accompagnato i figli di 7 e 11 anni a scuola, poi si era allontanata con la sua auto. L'allarme era scattato quando i suoi datori di lavoro - era impiegata come cameriera in un ristorante cinese della zona - non l'avevano vista arrivare per il consueto turno.
E avevano avvisato il compagno, che a sua volta non era riuscito a mettersi in contatto con lei. Era così scattata la denuncia alle autorità, che avevano immediatamente avviato le ricerche, concentrandosi proprio nelle zone rurali di Cave. La svolta è arrivata ventiquattro ore dopo, grazie alla geolocalizzazione della sua auto.
La Yaris della donna era parcheggiata in modo ordinato, chiusa a chiave, e non presentava segni di effrazione o tracce di una colluttazione. A circa 200 metri di distanza, fra la vegetazione, c'era il corpo, legato con una corda al ramo di un albero.
Un dettaglio che ha portato gli inquirenti ad avanzare l'ipotesi del gesto volontario. Anche perché, dai racconti del compagno, è emerso che Axenia avrebbe lasciato a casa un biglietto in cui si scusava per "non aver fatto abbastanza per i figli".
Frase che potrebbe far pensare a un momento di fragilità. Ma che non basta, comunque, da sola, a spiegare l'accaduto. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro e hanno già disposto sulla salma l'autopsia. L'obiettivo è escludere altre piste. Come quella di un'aggressione.
In passato, la donna si era infatti rivolta a un centro anti-violenza, denunciando l'ex marito per maltrattamenti. Insieme ai suoi bambini era riuscita a ricostruirsi una vita. Poi la tragedia. Al momento del ritrovamento, indossava ancora gli abiti dell'ultimo avvistamento.
Le indagini proseguono serrate per ricostruire le ultime ore di vita della 31enne: per capire cosa abbia fatto e se abbia visto qualcuno. Intanto, la sua morte ha riaperto a Cave ferite ancora vive. Molti residenti, nelle scorse ore, hanno collegato il suo caso a quello di Marco Giacchetta.
Il giovane, 25 anni, fu trovato morto, con la gola tagliata, cinque giorni dopo la sua scomparsa in un terreno in località Colle Palme. Era il 16 settembre 2015 e le indagini furono presto archiviate per suicidio.
Tuttavia, la bottiglia che gli aveva reciso il collo si trovava a sei metri dal corpo e, soprattutto, non presentava impronte riconducibili a lui. Per questo e altri motivi, la famiglia aveva più volte chiesto la riapertura del fascicolo. Richiesta accolta quest'anno.
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