15 Nov, 2025 - 10:35

Che fine fanno i soldi destinati a Kiev? Il sostegno all’Ucraina spacca il governo e divide il Paese 

Che fine fanno i soldi destinati a Kiev? Il sostegno all’Ucraina spacca il governo e divide il Paese 

Mentre il governo ucraino viene travolto dall'ultimo scandalo corruzione, in Italia come a Bruxelles sono sempre di più le voci della politica e della società civile che si interrogano sull'opportunità delle strategie di sostegno all'Ucraina. 

Il sostegno italiano all’Ucraina, infatti, prosegue in un clima di forte divisione politica e crescente stanchezza nell’opinione pubblica. 

Ieri a Berlino, in occasione del vertice dei ministri della Difesa del formato E5 (Germania, Francia, Polonia, Regno Unito e Italia), il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato con fermezza l’impegno del governo italiano a mantenere il supporto militare e civile a Kiev. 

Tuttavia, il sostegno a Volodymyr Zelensky e al suo governo resta una nota dolente all'interno del centrodestra, che vede il vicepremier Matteo Salvini esprimere posizioni contrapposte, alimentando un acceso dibattito sull'opportunità di continuare a sostenere militarmente Volodymyr Zelensky.

Le parole del leader della Lega rispecchiano quello che è un sentimento sempre più diffuso anche nell'opinione pubblica, dove una fetta sempre più consistente di italiani manifesta stanchezza e insofferenza.

Il governo conferma il sostegno a Kiev nonostante le tensioni interne 

Mentre crescono i dubbi su come vengano impiegati i fondi occidentali, in Italia la frattura nel centrodestra si allarga e l’opinione pubblica mostra crescente stanchezza.

Nel summit di Berlino, il ministro della difesa, Guido Crosetto ha ribadito l'intenzione del governo di continuare a sostenere il governo di Kiev con aiuti civili e militari rivendicando con forza il contributo italiano.

Ha ricordato gli oltre 100 milioni di euro in aiuti umanitari inviati in questi anni di guerra a Kiev, inclusi generatori elettrici “indispensabili alla capitale Ucraina per affrontare l’inverno ormai alle porte”. 

Crosetto ha inoltre evidenziato che il contributo militare del governo italiano aiuta a proteggere infrastrutture civili come scuole e ospedali, difendendo i cittadini dagli attacchi russi nel 93% dei casi. 

Con queste parole ha ribadito che “il nostro sostegno a Kiev non si ferma e non si fermerà”, annunciando di aver firmato un nuovo pacchetto di aiuti che sarà presentato a breve al Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sui servizi segreti.

Sulla stessa linea anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha annunciato che è già pronto un nuovo pacchetto di aiuti di materiale militare che sarà firmato nelle prossime ore.

A chi gli chiedeva una replica ai dubbi sollevati dall'alleato Matteo Salvini ha risposto:

virgolette
“Capisco le preoccupazioni di Matteo Salvini, ma io non giudico un Paese per due corrotti”.

Salvini rompe il fronte e lancia l'allarme

Ma cosa ha detto il leader della Lega? 
Nelle ultime ore, Matteo Salvini, ha rilasciato dichiarazioni fortemente critiche verso il continuo invio di aiuti militari affermando senza mezzi termini:

virgolette
Mi sembra che stiano emergendo gli scandali legati alla corruzione, poi coinvolgono il governo ucraino, quindi non vorrei che con quei soldi dei lavoratori, dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione.

E ha poi aggiunto:

virgolette
 “Non penso che l’invio di altre armi risolverà il problema”,

esprimendo dubbi sulla strategia del governo italiano. 

Affermazioni forti che ancora una volta contraddicono la linea ufficiale del governo.
La posizione di Salvini, tuttavia, appare sostenuta da una quota crescente di opinione pubblica italiana, stanca del prolungarsi del conflitto e soprattutto preoccupata dagli scandali di corruzione che hanno coinvolto Kiev negli ultimi mesi.

Gli scandali a Kiev aumentano i dubbi degli italiani

Il recente scandalo che ha portato alle dimissioni dei ministri dell’Energia e della Giustizia in Ucraina ha alimentato nuove discussioni sulla trasparenza della gestione dei fondi occidentali.

La vicenda si inserisce in un quadro di diffuso scetticismo all'interno dell'opinione pubblica in Italia, soprattutto tra chi mette in dubbio la trasparenza e l’efficacia dell’utilizzo dei fondi e degli armamenti inviati a Kiev.

Uno scetticismo che emerge anche dai sondaggi.

Un sondaggio di  Demopolis dell'ottobre 2024 sugli orientamenti dell'opinione pubblica italiana dopo due anni di guerra tra Russia e Ucraina, evidenziava come oltre il 65% degli italiani auspicasse già allora un impegno diplomatico per una tregua e un negoziato tra Mosca e Kiev, mentre solo poco più di un quarto riteneva giusto mantenere forte il sostegno militare.

Sul fronte specifico dell’invio di armi, il 53% degli intervistati si diceva contrario alla prosecuzione degli aiuti militari, con solo il 40% dei cittadini favorevole al continuo supporto bellico.

Il dibattito italiano sul sostegno all’Ucraina appare dunque segnato da un equilibrio instabile, destinato a pesare sulle scelte future di politica estera e sulla coesione stessa della coalizione di governo.

 

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