L'emendamento alla Legge di Bilancio sull'apertura dei termini del maxi-condono edilizio del 2003 varato dall'allora governo Berlusconi si è trasformato velocemente in un caso politico.
A far insorgere le opposizioni sarebbero le tempistiche dell'operazione targata Fratelli d'Italia, ovvero, a meno di una settimana dalle elezioni regionali in Campania, tra le poche regioni in cui si decise di non aderire alla sanatoria berlusconiana.
All'epoca alla guida di Palazzo Santa Lucia c'era Antonio Bassolino e la sua scelta segnò profondamente la vita di migliaia di famiglie che da allora vivono con il terrore di vedersi buttare giù la casa.
La proposta di Fratelli d'Italia, che per amore di cronaca bisogna sottolineare che è a respiro nazionale, punta – secondo quanto dichiarato dai proponenti – a sanare quella che fu un'ingiustizia soprattutto nei confronti dei cittadini campani.
Il governo meloni si prepara a riaprire un nuovo condono edilizio, o la proposta è solo una boutade elettorale, destinata a morire nelle pieghe del dibattito parlamentare per l'approvazione della Manovra?
Lo scopriremo solo vivendo, ma al momento il caso è esploso e promette di infiammare il dibattito politico in questi ultimi giorni di campagna elettorale.
A suscitare perplessità e critiche soprattutto tra le opposizioni, come dicevamo è la tempistica della presentazione della proposta, ovvero, a una settimana dall'apertura delle urne in Campania per il rinnovo del consiglio regionale (23-24 novembre 2025).
Infatti, nonostante la norma sia stata formulata in maniera generalizzata per l'Italia, a beneficiarne sarebbero soprattutto i cittadini della Campania, regione che, all’epoca della sanatoria del 2003, non aveva aderito pur essendo amministrata dall’allora sindaco Antonio Bassolino.
Questa coincidenza temporale – tra proposta legislativa e imminente appuntamento elettorale regionale – sta sollevando dubbi sulla natura e sulle finalità della norma, alimentando i dubbi del centrosinistra che essa possa essere uno strumento per consolidare consenso sul territorio in un frangente politico delicato.
Qualcuno obietterà – non senza ragione – che questi sono i tempi dell'iter di approvazione della manovra di bilancio ed è solo una coincidenza se – quest'anno – coincidono con l'ultima tornata delle elezioni regionali 2025.
Una coincidenza che, tuttavia, non è servita - come dicevamo - a evitare l'esplosione del caso politico, trasformando l'emendamento di Fratelli d'Italia nell'ennesimo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione dove si parla senza mezzi termini di 'voto di scambio'.
Oggi, ad esempio, il senatore di Italia Viva Matteo Renzi ha fatto notare:
Tre mesi fa a Rimini, il meeting di CL e tutta la stampa applaudivano Giorgia Meloni che annunciava un piano casa da 15 miliardi. In Legge di Bilancio non c’è un centesimo. Però ieri in Campania, Giorgia Meloni ha annunciato il suo piano casa: un mega condono.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) November 15, 2025
Annunciano un…
Nelle scorse ore il capogruppo in Senato del Partito Democratico, Francesco Boccia aveva detto:
Dal lato della maggioranza, invece, si difende la misura come una risposta a una “ingiustizia” del passato: secondo Fratelli d’Italia, “migliaia” di immobili rischierebbero l’abbattimento perché, pur avendo pagato per accedere alla sanatoria del 2003, erano rimasti esclusi.
"Nessun nuovo condono. Sì tratta di una sanatoria, che consiste nella riapertura dei termini di una vecchia normativa per sanare vecchie pendenze di persone che anche se hanno pagato per accedere al condono ne sono rimaste escluse", sottolineano dall'ufficio stampa di FdI al Senato.
Diversi parlamentari di FdI rivendicano la giustezza dell'emendamento presentato alla manovra che mira a sanare la situazione di "tanti cittadini campani che, pur avendo versato quanto previsto dalla legge del 2003, furono ingiustamente esclusi dalla relativa sanatoria edilizia" .
L'emendamento presentato da Fratelli d’Italia prevede la riapertura dei termini del condono edilizio del 2003, per permettere a chi aveva presentato domanda e pagato quanto dovuto di poter finalmente ottenere la regolarizzazione dell’immobile.
La misura non introduce un nuovo condono, secondo il partito, ma punta a correggere quelle che definisce “ingiustizie” del passato. La norma esclude le costruzioni situate in zone rosse, cioè ad alto rischio idrogeologico.
La regolarizzazione sarebbe possibile solo per immobili dotati di almeno un titolo abilitativo edilizio minimo. Un aspetto centrale è che saranno le Regioni a stabilire criteri e modalità, tramite una legge specifica per ciascun territorio.
L’emendamento prevede anche interventi di riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica.
Resta da vedere come si svolgerà il confronto parlamentare, come verranno definite le coperture e in che modo le Regioni – in primis la Campania – recepiranno la norma. In ogni caso, la manovra è ormai pienamente sotto revisione e la partita delle modifiche è aperta
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *