15 Nov, 2025 - 14:15

Riforma della Giustizia, una brutta sorpresa per Schlein e sinistra: sondaggi a senso unico

Riforma della Giustizia, una brutta sorpresa per Schlein e sinistra: sondaggi a senso unico

Uno dei temi più caldi del dibattito politico delle ultime settimane in Italia è senza dubbio quello relativo al referendum confermativo sulla riforma costituzionale della giustizia approvata nelle scorse settimane in Parlamento. 

Il voto è previsto per la prossima primavera, ma i comitati del 'no' e del 'sì' hanno già iniziato una serrata e agguerrita campagna elettorale. 

I primi sondaggi cercano di sondare il polso del paese reale che, come spesso accade, sembra essere lontano dalle previsioni delle parti politiche.

Questo almeno quanto è emerso dalla Supermedia Youtrend/Agi delle rilevazioni nazionali sul tema dell'ultima settimana. A sorpresa, infatti, i numeri sembrerebbero essere a favore del governo e del 'sì'. 

Il dato di partenza, secondo la Supermedia delle rilevazioni, conferma una netta prevalenza del "sì" che guida con il 56,1% delle preferenze, staccando il "no" di 12,2 punti.

L’affluenza stimata si attesta intorno al 58%, segno di un interesse moderatamente elevato da parte degli elettori.

Ecco, allora, cosa è emerso dai sondaggi politici di questa settimana sulle intenzioni di voto degli italiani in vista del referendum confermativo sulla giustizia.

Referendum sulla giustizia, i sondaggi promuovono il 'sì'

La rilevazione più recente sul referendum confermativo evidenzia come il Sì sia attualmente in testa con il 56,1% delle intenzioni di voto, mentre il No si ferma al 43,9%.

Questo margine di 12,2 punti indica un vantaggio solido per chi sostiene la riforma costituzionale, ma non ancora schiacciante, soprattutto in considerazione della natura referendaria del voto italiano, dove l’affluenza gioca un ruolo determinante per la validità della consultazione.

Il dato dell’affluenza stimata al 58% suggerisce un livello di partecipazione che, pur rimanendo sotto la soglia simbolica del 60%, sarebbe sufficiente a garantire la validità del referendum, sebbene ogni variazione nel coinvolgimento degli elettori possa incidere in modo significativo sull’esito finale. 

L'importanza dell'affluenza e i rischi per i partiti

Il vantaggio del "sì" riflette un consenso iniziale che può derivare dalla percezione diffusa di necessità di cambiamenti nel sistema giudiziario, visti da molti come troppo lento o inefficace.

Tuttavia, la distanza di poco più di 12 punti non nega la presenza di un’opposizione significativa, rappresentata dal "no", che raccoglie quasi il 44% delle preferenze.

Una forbice di questo tipo lascia aperta la porta a possibili recuperi o sorprese nelle settimane successive, specie se la campagna referendaria si inasprirà e si concentrerà su temi divisivi.

La stima dell’affluenza diventa pertanto una variabile chiave: un calo sotto il 50% potrebbe invalidare il voto, mentre un’affluenza superiore garantirebbe una lettura più attendibile e definitiva del consenso.

È importante ricordare che il referendum riguarda modifiche costituzionali nel settore della giustizia, un tema da anni al centro di forti dibattiti e critiche, soprattutto in relazione all’efficienza e all’indipendenza dei magistrati. 

La composizione politica italiana appare divisa, con partiti sovente schierati su posizioni opposte, complicando la campagna referendaria e gli equilibri elettorali.

Le parti favorevoli alla riforma punteranno probabilmente a sottolineare i miglioramenti nella giustizia come snellimento delle procedure e maggiore efficienza, mentre l’opposizione insisterà sulle possibili derive che la riforma potrebbe comportare in termini di equilibrio tra i poteri e garanzie per i cittadini.

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