16 Nov, 2025 - 13:45

Tassa sui cibi "proibiti" e contadini penalizzati: come l’UE rimpingua i suoi forzieri (vuoti)

Tassa sui cibi "proibiti" e contadini penalizzati: come l’UE rimpingua i suoi forzieri (vuoti)

La Commissione UE sta lavorando a un nuovo giro di vite sui consumi dei cittadini europei per tutelare la loro salute e allo stesso tempo fare cassa.

Allo studio ci sarebbero, infatti, nuove tasse su prodotti considerati nocivi per la salute come, ad esempio: merendine e prodotti processati, sigarette, ma anche vino e bevande alcoliche. 

Fin qui non c'è nulla di male, anzi, l'Europa si preoccupa della salute dei suoi cittadini e prova a limitare il consumo di prodotti potenzialmente dannosi, e nel frattempo batte cassa, rimpinguando i forzieri comunitari sempre più asfittici a causa del sostegno all'Ucraina e agli investimenti per la difesa e il riarmo. 

Mettendo in colonna i rincari che interesseranno i consumi degli europei, viene fuori un totale salatissimo per aziende e consumatori, ma non per le casse di Bruxelles, che contemporaneamente vuole tagliare anche i fondi agli agricoltori.

Ecco allora nel dettaglio cosa bisognerà aspettarsi nei prossimi mesi.

La tassa sulla salute: stop ai cibi ultra-processati e alle bevande alcoliche

Secondo quanto riportato dal sito Euractiv, a Palazzo Berlaymont starebbe circolando la bozza di un “Piano per la Salute cardiovascolare”, contenente una serie di nuove tasse su alcuni prodotti di consumo.

Una 'tassa sulla salute', come è già stata ribattezzata da molti, che prevede l'introduzione un prelievo fiscale a livello UE sui cibi ultra-processati entro il 2026.

Nel mirino per intenderci merendine, snack confezionati, cibi pronti, bevande gassate, ovvero, tutti quegli alimenti industriali  ricchi di grassi, zuccheri e sale (HFSS), dannosi per la salute.

Questi oneri fiscali saranno applicati a partire dal prossimo anno riguarderanno anche gli alcopops, ovvero le bevande a basso contenuto alcolico.

Si tratta di bevande alcoliche aromatizzate, pronte da bere, con una bassa gradazione alcolica (generalmente tra il 2,5% e il 7% in volume), ottenute miscelando alcol (distillato o proveniente da fermentazione di malto o vino) con bevande zuccherate come succhi di frutta o limonata.

Una tassa che interessa anche il settore vinicolo, poiché una parte della produzione (principalmente i vini dealcolati) può essere considerata alcopops.

In arrivo anche la stangata su alcool e sigarette

Si parla già da qualche settimana, invece, degli aumenti in fase di studio per alcol, tabacco e i nuovi prodotti alla nicotina. L'esecutivo UE punta a introdurre i nuovi rincari entro il 2027.

La proposta prevede un aumento delle accise fino al 139% per le sigarette tradizionali, il che si traduce in un incremento minimo di circa 3 euro a pacchetto in Italia, considerando che oggi un pacchetto costa tra i 5 e i 6 euro.

Non solo sigarette tradizionali: anche i prodotti di nuova generazione come sigarette elettroniche, tabacco riscaldato e bustine di nicotina subiranno aumenti consistenti.
Non si sa ancora molto, invece, sugli aumenti per le accise sugli alcolici che tuttavia sarebbero già oggetto di studio a Bruxelles.

Bruxelles colpisce la tua tavola mentre svuota i campi: la doppia morale dell’UE 

Nella strategia di tutela della salute dei cittadini europei, tuttavia, non si può non notare una palese contraddizione. Se da un lato si cerca di diminuire il consumo di cibi nocivi aumentando le accise, dall'altro si tagliano i fondi comunitari per l'agricoltura, dimenticando che sono proprio i prodotti agricoli a essere alla base di una sana alimentazione.

In controtendenza con quanto accade in tutto il mondo, infatti, l'Europa – con la nuova PAC - decide di taglia oltre il 20% delle risorse destinate all'agricoltura per il quinquennio 2028-2034.

Un taglio che rischia di mettere in ginocchio il settore primario e compromettere la sovranità alimentare europea.

Sono in molti a temere che la riduzione dei fondi e delle risorse destinate all'agricoltura possano portare a un indebolimento delle imprese agricole e della capacità degli Stati membri di garantire la produzione agricola nazionale, fondamentale per la sicurezza alimentare. 

Una scelta che è palesemente in contrasto con l'obiettivo di migliorare le abitudini alimentari dei cittadini europei, che si ritroveranno a dover pagare di più anche cereali, frutta e verdure.

 

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...