Si stava meglio quando si stava peggio. È un ossimoro che a ognuno di noi è capitato tante volte di ascoltare. È un modo di dire che esprime nostalgia per un passato percepito come migliore, anche se all'epoca ci si lamentava delle condizioni.
Sembra pensarlo anche la politica italiana che, apparentemente incapace di guardare avanti, volge la testa all'indietro alla sicurezza di modelli vincenti di un Paese che, però, non c'è più.
Si stava meglio quando la politica era dominata dal “belusconismo”, o quando la sinistra era rappresentata dall'Ulivo di Romano Prodi.
E, allora, ecco che a destra e a sinistra è scattata una “operazione Amarcord”, che guarda per trarre ispirazione alla Seconda Repubblica, ad un periodo politico che va dagli anni '90 del post tangetopoli ai primi duemila.
Dalle elezioni regionali in Campania, al movimentismo post-Ulivo a sinistra, alla riscoperta della figura di Umberto Bossi al Nord, gli ultimi giorni sono stati una macchina del tempo che ha riportato le lancette della politica italiana indietro di 25 anni.
A fare un certo effetto è il tenore della campagna elettorale del centrodestra in Campania.
È forse la più berlusconiana delle campagne elettorali degli ultimi anni. In un centrodestra dominato a livello centrale da Fratelli d'Italia, nei territori ci si riscopre nostalgici del neoliberismo rassicurante di Silvio Berlusconi.
Chi, vedendo il candidato governatore del centrodestra Edmondo Cirielli (FdI), firmare un patto con i cittadini campani, non ha subito pensato al “Contratto con gli italiani” firmato a “Porta a Porta” dal Cavaliere per le elezioni politiche del 2001?
Ancora, il candidato governatore Cirielli ha anche aperto alla possibilità di aumentare le pensioni minime di cento euro, o meglio un “contributo di 100 euro al mese per chi percepisce le pensioni più basse”.

Inutile sottolineare come il tema delle pensioni minime sia stato sempre tra quelli più a cuore del fondatore di Forza Italia.
La sinistra, invece, guarda con nostalgia alla stagione del Prodismo. Una sorta di post-Ulivo a cui guarda e si ispira una parte di sinistra alternativa ai nuovi 'radicalismi' del Partito Democratico.
Ieri a Roma si è svolta la prima assemblea dei comitati “Più Uno”, il movimento fondato dall'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Un movimento che non ha mai nascosto di volersi ispirare all'esperienza e agli ideali dell'Ulivo di Prodi.
Un esperienza che portò il Professore a Palazzo Chigi nel 1996 e 2008. Lo stesso Romano Prodi, oggi più che mai presente nel dibattito politico da osservato, tra un consiglio e una critica a Elly Schlein, non fa mistero di guardare con attenzione all'esperimento di Ruffini.
Ha dichiarato, ieri, Ruffini.
L'operazione nostalgia anni '90 riguarda anche un pezzo di Lega, quello che non si riconosce nella nuova linea sovranista e radicale del segretario nazionale Matteo Salvini e del suo vice Roberto Vannacci.
E' la Lega degli ex – molti dei quali epurati dalla direzione di via Bellerio - che in questi giorni si sono riuniti ieri a Treviglio, Bassa Bergamasca, per rilanciare le battaglie delle origini, quelle di Umberto Bossi, per intedersi.
Oltre 400 i partecipanti al congresso fondativa del “Patto per il Nord”, il partito lanciato dall’ex parlamentare Paolo Grimoldi.
Un tuffo nel passato della Lega, con la rivendicazione delle istanze del Nord, della lotta allo Stato centralista da contrastare, il rifiuto di qualsiasi deriva fascista. Cavalli di battaglia del Carroccio targato Umberto Bossi.
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