17 Nov, 2025 - 11:56

"I vivi e i morti": qual è la trama e dov'è stata girata la puntata de "Il Commissario Ricciardi 3"?

"I vivi e i morti": qual è la trama e dov'è stata girata la puntata de "Il Commissario Ricciardi 3"?

La terza stagione de "Il Commissario Ricciardi" è tornata con il botto, e la puntata "I vivi e i morti" ha ricordato a tutti perché questa serie continua a incantare il pubblico.

Il mix esplosivo di mistero, tensione e cuore ha acceso i riflettori su una Napoli anni '30 che vibra di storia, magia e ombre che sembrano parlare.

Già dalle prime scene si è percepito l’aumento di intensità che caratterizza l’intera stagione: intrighi più fitti, sentimenti più maturi, segreti che bussano alla porta e quel dono di Ricciardi che non smette mai di essere una benedizione e una maledizione.

Prima di raccontare la trama completa (spoiler inclusi, come richiesto) e svelare dove sono state girate le scene più suggestive, una cosa è certa: "I vivi e i morti" ha fatto capire che questa stagione vuole giocare forte. Molto forte.

La trama avvincente di "I vivi e i morti"

La puntata si apre con un omicidio da brividi: un farmacista viene ritrovato senza vita con un punteruolo conficcato nel cranio e una benda nera sugli occhi. Una scena che sembra uscita da un incubo, un gesto che sussurra vendetta, messaggi nascosti, forse un rituale.

Gli investigatori brancolano nel buio ma Ricciardi no, perché il suo dono lo porta subito a intercettare le ultime parole del morto - e non sono parole qualsiasi.

Il caso diventa subito collegato a una serie di delitti simili, quasi una firma, un modus operandi che sembra voler mettere in scena un macabro teatro. Ricciardi lo sente: là fuori c’è qualcuno che gioca con la vita e la morte come fossero pedine.

Nel frattempo, la sua vita privata prende una piega più intima e complicata. Enrica ha finalmente scoperto il suo segreto, quello che per anni lo ha condannato alla solitudine. Il loro rapporto ora è sospeso tra tenerezza e paura, tra un "ti vedo davvero" e un "posso reggere il peso di tutto questo?".

La puntata corre su due binari: l’indagine serrata e il cuore che, ostinato, prova a farsi spazio. Ricciardi sa che ogni scelta emotiva è un rischio, ma anche restare fermi lo è.

Come finisce l’episodio "I vivi e i morti"?

Il caso prende una piega inaspettata quando Ricciardi mette insieme i tasselli: il killer non è un folle qualunque, ma una persona che ha covato un rancore profondo, quasi archeologico, contro le sue vittime.
Il farmacista, infatti, non era così innocente come sembrava.

Dietro il suo sorriso pubblico si nascondeva un passato ingombrante di soprusi, tradimenti e storie lasciate a marcire nel silenzio. Le altre vittime, collegate tra loro da un filo sottilissimo, condividevano un’unica ombra: appartenevano a un mondo che aveva schiacciato, umiliato e distrutto il fratello dell’assassino.

Ricciardi identifica l’uomo grazie al suo dono: le parole del defunto non gridano solo dolore, ma nomi, luoghi, dettagli che si incastrano come ingranaggi perfetti. E quando arriva la resa dei conti, è devastante.

Il killer viene trovato mentre prepara la sua fuga. Non reagisce, non si giustifica. Ha la calma di chi sa che tutto ciò che poteva perdere è già perduto da tempo. Ricciardi gli chiede: "Perché gli occhi bendati?".
La risposta è un pugno nello stomaco:

virgolette
Così non mi guardavano più. Nemmeno da morti

L’arresto è inevitabile, ma non porta trionfo. Porta solo silenzio, quel tipo di silenzio che Ricciardi conosce bene e che si porta addosso come un mantello.

E proprio mentre il commissario torna a casa, ancora scosso, trova Enrica alla finestra. Non parlano. Non c’è bisogno. Lei gli sorride - un sorriso fragile, ma coraggioso. E lui resta lì, sotto quella luce che sembra più promessa che realtà.

Le location dov'è stata girata la puntata

La Napoli degli anni '30 prende vita in "I vivi e i morti" come un personaggio a sé - rumorosa, elegante, spietata. Le riprese hanno sfruttato i suoi angoli più iconici e al tempo stesso più nascosti.

I vicoli stretti, pieni di voci e di ombre, sono il palcoscenico perfetto per un giallo che ama giocare sul confine tra vita e morte. Le scene sul lungomare di Posillipo aggiungono una bellezza malinconica che amplifica la tensione emotiva della puntata.

La produzione ha scelto anche location fuori Napoli: Taranto, con i suoi scorci portuali e la luce durissima del Sud, è diventata il set ideale per alcune sequenze più dure e investigative. Roma, invece, ha fornito interni e ambienti istituzionali ideali per ricostruire l’Italia dell’epoca fascista con precisione quasi maniacale.

L’attenzione ai dettagli - dai costumi ai mezzi d’epoca, dalle insegne al mobilio - ha creato un mondo coerente, vivo, credibile. Un universo in cui ogni passo di Ricciardi sembra risuonare come un presagio.

L’impatto emotivo e il successo della puntata

"I vivi e i morti" è entrata di diritto tra gli episodi più intensi della serie. Il pubblico l’ha adorata per il ritmo, per l’indagine intricata, per l’umanità disarmante di un protagonista che continua a lottare con i suoi fantasmi e, allo stesso tempo, con l’idea di meritare amore.

Il connubio tra dramma, storia e giallo ha dato vita a una puntata che non lascia scampo: ti aggancia, ti scuote, ti sussurra domande che non riguardano solo un delitto ma anche ciò che resta, ciò che scegliamo di vedere… e ciò che preferiamo bendare.

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