Ursula von der Leyen ha preso carta e penna e ha scritto agli Stati Ue per chiedere a tutti i governi un ulteriore sforzo economico per finanziare Kiev alle prese con un enorme buco di bilancio.
La presidente della Commissione Ue avrebbe chiesto ai Paesi dell'Unione Europea di concordare entro dicembre un piano per coprire il fabbisogno militare e finanziario dell'Ucraina per i prossimi due anni, stimato in ben 135,7 miliardi di euro.
L’agenzia di stampa Agi ha diffuso in anteprima il contenuto della missiva, che evidenzia la necessità urgente di finanziare l’Ucraina, la quale soffre di un pesante disavanzo finanziario non coperto dagli aiuti internazionali già stanziati.
L’Unione Europea starebbe, quindi, già studiando nuove modalità per fornire un ulteriore sostegno economico al Paese, anche oltre quanto già promesso dai partner internazionali.
Secondo von der Leyen, il sostegno dovrà essere “rapido, sostenibile, flessibile ed equamente condiviso” tra i partner, per rispondere in maniera efficace a una crisi di portata storica.
Secondo la presidente della Commissione europea, nonostante l’aiuto già fornito da UE, Stati membri e partner internazionali, l’Ucraina si troverà comunque ad affrontare un grande deficit economico.
Le proiezioni preliminari del Fondo Monetario Internazionale indicano che anche ipotizzando una fine del conflitto entro il 2026, i fondi a disposizione non basteranno. Nella lettera si sottolinea che questo gap non può essere colmato senza nuovi fondi.
Secondo quanto riportato nel documento, i fondi devono essere rapidamente disponibili, con le prime erogazioni operative già all’inizio del secondo trimestre del 2026.
Al contempo, qualsiasi pacchetto finanziario dovrà salvaguardare la sostenibilità del debito ucraino, evitando di gravare ulteriormente sul bilancio del Paese, e dovrà essere sufficientemente flessibile per adattarsi a eventuali variazioni nei bisogni futuri.
Fondamentale sarà anche un equilibrato riparto degli oneri tra tutti i partner internazionali coinvolti.
Thank you for Finland's tireless support to Ukraine, dear @alexstubb.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) November 17, 2025
We agree on the need for robust financial & military backing for Ukraine, going into this crucial winter.
And strengthening Europe’s own defence readiness.
For a strong Europe, side by side a strong Ukraine. pic.twitter.com/maijt6J2TG
La Commissione europea ha identificato tre principali strumenti di finanziamento possibili.
La prima opzione è rappresentata da sovvenzioni dirette da parte degli Stati membri, che non comporterebbero obblighi di rimborso per l’Ucraina. La seconda prevede prestiti a ricorso limitato, finanziati dall’Unione stessa attraverso indebitamento sui mercati finanziari.
Parallelamente, la Commissione europea sta valutando anche l’eventuale coinvolgimento del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), strumento tradizionalmente destinato a supportare i Paesi dell’area dell’euro in difficoltà economica.
Nel documento visionato dall’AGI si sottolinea che, a determinate condizioni, i prestiti del MES potrebbero essere utilizzati dagli Stati membri per fornire sostegno all’Ucraina. Questo però richiederebbe di dimostrare che l’intervento è indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’eurozona.
L’uso del MES comporterebbe alcune conseguenze importanti. In primo luogo, i costi degli interessi e la responsabilità diretta dei prestiti ricadrebbero sugli Stati membri, non sull’Unione nel suo complesso.
In secondo luogo, servirebbe una modifica del Trattato MES e la creazione di un nuovo strumento, mentre il sostegno da parte di Stati membri non appartenenti all’area dell’euro dovrebbe essere strutturato separatamente.
Dal punto di vista statistico, i prestiti MES verrebbero conteggiati come debito nazionale, mentre eventuali sovvenzioni a favore dell’Ucraina sarebbero considerate spese nazionali.
Le prossime settimane saranno decisive per chiarire quale combinazione di sovvenzioni, prestiti e strumenti innovativi potrà garantire all’Ucraina le risorse necessarie a sostenere la ricostruzione e la stabilità economica nei prossimi anni.
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