18 Nov, 2025 - 11:30

L’Italia non è in crisi, è stata sabotata. Toscano (DSP): “Da quando siano nell’euro l’obiettivo è seminare povertà”

L’Italia non è in crisi, è stata sabotata. Toscano (DSP): “Da quando siano nell’euro l’obiettivo è seminare povertà”

Il dibattito economico in Italia? Solo una grande "manipolazione" portata avanti alle spalle e sulle spalle degli italiani. Questa in sintesi è l’analisi di Francesco Toscano, co-fondatore e anima – insieme a Marco Rizzo – di Democrazia Sovrana e Popolare, per il quale tale manipolazione sarebbe funzionale a mantenere il potere e la ricchezza nelle mani di pochi. 

In Italia – secondo Toscano - ci sarebbe da decenni un piano politico-economico connesso all’euro, che mira volontariamente a sabotare l’economia interna, imporre austerità e mantenere la ricchezza nelle mani di pochi a scapito della maggioranza. 

Le crisi economiche, allora, non sono accidentali, ma il risultato di scelte deliberate e il dibattito politico è manipolato per nascondere questa realtà?

Ecco come ci ha risposto Francesco Toscano in un’intervista in esclusiva a Tag24.it.

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D: Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di patrimoniale. Lei che idea si è fatto?

R: Io non sono contrario alla patrimoniale come non sono contrario alla fiscalità progressiva, quando però è uno strumento di redistribuzione sociale, è un momento di livellamento di una società che non deve vivere di eccessi.

Se non si vuole una società di tipo sudamericano, dove pochi milionari governano masse di straccioni deve pensare una fiscalità che sconsigli la costruzione di una società, dove ci sono persone che hanno ricchezza illimitata e altri che invece vivono a stento. Ma è una scelta politica, non è una necessità.

D: Cosa intende?

R: Questi signori ti fanno credere che le ricchezze non ci sono, come se i soldi li trovassero sotto il tappeto. La liquidità che viene immessa è una scelta politica.

Se von der Leyen deve trovare 800 miliardi per le armi, li trova in un secondo, se deve trovare poche lire per un pensionato al minimo non ci sono. Ma è una scelta politica. 

Da 30 anni ci fanno credere che purtroppo siamo in crisi, c’è il debito pubblico, c’è lo spread e fanno accettare i cosiddetti sacrifici alla povera gente.

Il compito del mainstream è trovare delle dicotomie false per dare l’impressione che esiste una politica che si divide, quando in realtà c’è un centro monolitico di potere.

Il centro monolitico di potere si basa su alcuni presupposti chiari: la finanza domina sulla politica, quindi la banca centrale ti dice che non puoi fare politiche di redistribuzione, devi fare il pareggio di bilancio, devi massacrare i poveracci. 

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D: Quindi sarebbe tutto un diversivo?

R: All’interno di questa premessa la divisione la devi fare tra pupazzi al servizio dello stesso padrone.

Una politica seria che non è subalterna dice: amico della Bce com’è che quando c’è da far aumentare la domanda interna o di assorbire un po' di disoccupazione i soldi non li trovi mai? 

Ecco una politica così è una politica libera e seria, ma non c’è. Siccome non c’è, e non possono mettere in discussione il padrone vero, allora devono litigare su questioni di contorno (patrimoniale, ndr).

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D: Eppure le conseguenze della crisi sono sotto gli occhi di tutti.

R: Tutto il dibattito economico in Italia è fondato sull’imbroglio e la manipolazione. L’idea che i ceti sofferenti sono il risultato di politiche economiche che non riescono a ridistribuire in termini seri la ricchezza prodotta è falsa.

Il nostro paese è da almeno 30 anni scientificamente sottoposto a delle politiche economiche che mirano in maniera razionale all’impoverimento complessivo del paese, alla desertificazione industriale, alla destrutturazione del welfare. I termini del dibattito sono falsi. 

Da quando siano all’interno del sistema dell’euro tutte le decisioni, tutte le finanziarie, tutto quello che viene fatto persegue lucidamente l’obiettivo politico di seminare povertà, disuguaglianza, desertificazione sociale, aumento della precarizzazione e aumento della disperazione dei ceti medi e sofferenti. 

D: Un progetto funzionale a chi o a cosa?

R: È un progetto politico, non c’è alcuna crisi che arriva come un agente atmosferico. Questo progetto politico adesso è arrivato alla fine – non perché siano diventati buoni - perché la fine di quel modello, fondato sulle esportazioni, non consente più a questi pochi ricconi che governano l’economia europea di poter affamare sul piano interno ed esportare sul piano esterno. Essendo cambiato il mondo, con Trump è arrivata la politica dei dazi. 

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