“Almeno il 50% dei morti classificati come Covid probabilmente non era legato direttamente all’azione del virus. Erano morti non per il Covid ma con il Covid”.
Ad affermarlo davanti alla Commissione d’Inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid-19 è stato il professore Matteo Bassetti, tra i più noti infettivologhi italiani, nel corso dell’audizione di lunedì 17 novembre 2025.
È sicuramente l’affermazione più forte di un’audizione che ha visto il primario dell’ospedale San Martino di Genova, esprimere posizioni estremamente critiche nei confronti delle scelte fatte dagli organismi centrali durante la prima fase dell’emergenza.
Notizie non veritiere arrivate dalla Cina, impalpabilità dell’OMS, e impreparazione segnarono – in base a quanto emerso dal racconto di Bassetti – in maniera indelebile lo sviluppo della pandemia in Italia.
Uno dei momenti più controversi dell’audizione del professore Matteo Bassetti ha riguardato la questione della classificazione dei morti Covid, ovvero, dei pazienti deceduti a causa dell’infezione da Sars Cov-2. Un parametro che per molti esperti è stato sovrastimato.
Rispondendo alla domanda del senatore della Lega, Bagnai, ha dichiarato che a suo avviso non si sarebbe dovuto classificare come Covid anche i decessi di persone – positive – ma decedute per altre cause.
Ha dichiarato Bassetti che poi ha aggiunto:
Stime e dati non reali su cui – secondo Bassetti – avrebbe potuto influire quello che lui definisce “tamponificio”, ovvero, l’altissimo numero di tamponi effettuato in Italia durante la pandemia. Un fenomeno che, invece, non ha interessato gli altri Paesi.
Un altro punto controverso è stato quello relativo al cosiddetto protocollo “tachipirina e vigile attesa”, anch’esso finito nel mirino di molti esperti.
Le indicazioni erano contenute nella circolare del 30 novembre 2020, la prima circolare in cui il Ministero della Salute dava indicazioni terapeutiche ai sanitari impegnati sul campo.
Secondo quanto dichiarato dall’infettivologo dell'ospedale San Martino, quella circolare era una traduzione, un ‘copia e incolla’ di quello che avevano altri Paesi europei in quel momento.
ha dichiarato per poi osservare – interpellato a riguardo dal presidente della Commissione, Marco Lisei - che al momento della diffusione della direttiva ovvero all’inizio della seconda ondata, ci sarebbero già state evidenze circa tale approccio terapeutico.
Dall’audizione, infine è emerso anche un limitato coinvolgimento da parte del Cts e del Ministero della Salute dei medici che erano impegnati sul campo a curare i malati e contrastare la diffusione del virus.
Ha spiegato Bassetti che ha ricordato come con altri colleghi si chiedessero come fosse possibile che nessuno li ascoltasse.
Bassetti ha inoltre osservato come nella prima fase della pandemia sarebbero stati commessi una serie di errori dovuti anche dalle informazioni incomplete che arrivavano dalla Cina.
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