18 Nov, 2025 - 21:46

Il fuoco preventivo di FdI e l’avvertimento al Colle: ecco la strategia di Giorgia Meloni

Il fuoco preventivo di FdI e l’avvertimento al Colle: ecco la strategia di Giorgia Meloni

Nel quartier generale di Fratelli d’Italia lo ripetono come un mantra: «Nessuna congiura contro Mattarella». Una smentita che arriva rapida, quasi automatica. Ma chi frequenta i palazzi romani sa che la vera partita non si gioca sul Colle. Il campo di battaglia è Palazzo Chigi. Ed è lì che Giorgia Meloni sta lavorando per sgombrare ogni ipotesi di governo alternativo nell’ultimo, delicatissimo anno della legislatura.

Il ragionamento della premier, raccontano fonti interne, è semplice: se qualcosa si rompe – o se decidesse lei stessa di lasciare prima l’unica strada deve essere il voto immediato. Nessun governissimo, nessuna formula Ursula, nessuna soluzione istituzionale intermedia.

In questo contesto prende forma il caso politico del giorno: la sortita di Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera, che ha chiesto al Quirinale di smentire l’articolo de La Verità sulle presunte mosse di un consigliere del Colle contro l’esecutivo. Un attacco calibrato, non casuale.

Il ruolo di Bignami e la risposta del Quirinale

Bignami non è uno che parla a braccio. Prima di esporsi pubblicamente difficile credere che non abbia avuto un confronto diretto con Meloni. L’obiettivo era chiaro: costringere il Quirinale a una presa di posizione netta. La risposta del Colle – durissima, con la definizione di “narrazione ridicola” – era prevista e anche politicamente utile.

Nel retroscena che circola tra i corridoi di Montecitorio, questa mossa è letta come un segnale diretto della premier: nessuno deve anche solo immaginare governi tecnici o alternative politiche nel caso in cui l’esecutivo entrasse in una fase critica.

La situazione economica è tesa, i fondi del PNRR procedono a strappi, la Lega continua a muoversi in modo ambiguo sul dossier Russia, Trump è sempre più imprevedibile sul piano internazionale e molti stakeholder – italiani ed esteri – stanno osservando con crescente attenzione l’evoluzione dello scenario italiano. A tutto questo si aggiunge l’incognita referendaria, che potrebbe diventare un boomerang politico per la stessa Meloni.

Non a caso, alcuni osservatori di palazzo non escludono che la premier possa valutare un’uscita anticipata pur di non farsi travolgere da un eventuale deterioramento dei conti pubblici e del consenso.

Il messaggio a Mattarella: nessuno scenario alternativo

Il fulcro della strategia è il messaggio indirizzato, indirettamente ma chiaramente, al Presidente della Repubblica: se il governo cade, si torna alle urne.

Stop a ogni ipotesi di governi ponte, di soluzioni istituzionali o di maggioranze spurie. Una linea rossa che Meloni ha voluto ribadire ancora una volta per disinnescare sul nascere ogni fantasia di palazzo.

La posizione del Colle e l’operazione politica di FdI

Fonti di maggioranza ammettono che Mattarella potrebbe preferire un profilo più europeista e dialogante alla guida dell’esecutivo. Ma sottolineano anche che il Presidente della Repubblica rispetta integralmente il voto del 2022 e non ha alcuna intenzione di intervenire impropriamente nella vita politica.

Meloni questo lo sa. Ma sa anche che, in un momento così sensibile, basta un retroscena ben mirato per alimentare ipotesi, pressioni, movimenti sotterranei. È in questo spazio che si inserisce la manovra di Bignami: un ariete politico pensato per forzare la mano e ottenere una risposta istituzionale che chiudesse ogni spiraglio.

Primetro tracciato, avvertimento recapitato

Il segnale è arrivato forte e chiaro: la premier ha tracciato il perimetro e non ammette sconfinamenti.

Chi proverà ad allargarlo – magari dopo una eventuale sconfitta referendaria o in un momento di fragilità economica – verrà politicamente bruciato sul nascere.

FdI ha compiuto una mossa preventiva per congelare ogni possibilità di alternativa. E il Quirinale, rispondendo, ha inconsapevolmente contribuito a rafforzare il messaggio.

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