19 Nov, 2025 - 13:52

Autonomia differenziata, dopo la firma del Veneto non si torna più indietro?

Autonomia differenziata, dopo la firma del Veneto non si torna più indietro?

L'autonomia differenziata rappresenta una delle tre grandi riforme che il governo Meloni ha promesso di portare in porto.

Prevedendo un maggiore trasferimento di competenze dallo Stato centrale alle Regioni, mira a valorizzare le specificità territoriali attraverso la gestione diretta di materie legislative e amministrative, nel rispetto dell'articolo 116, comma 3 della Costituzione.

E, sarà che domenica e lunedì prossimo si vota anche in Veneto per le regionali, ma dopo anni di discussioni e rallentamenti, ieri si è registrata una prima, concreta svolta. 

A Venezia, è stata firmata una pre-intesa che potrebbe essere il primo passo reale verso l'effettiva attuazione di questo modello.

Cosa è stato firmato a Venezia

Ieri, 18 novembre, a Palazzo Balbi a Venezia, è stata sottoscritta la prima pre-intesa tra il Governo italiano e la Regione Veneto riguardante la cessione di quattro materie specifiche: protezione civile, professioni, previdenza complementare e integrativa, e il coordinamento della finanza pubblica in ambito sanitario.

A firmare sono stati il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Entrambi leghisti. Ma tant'è.

Questa pre-intesa rappresenta una sorta di accordo preliminare che impegna le parti a portare avanti negoziati finalizzati a delegare queste competenze dal livello centrale a quello regionale, un passaggio considerato cruciale per garantire una gestione più efficiente e vicina ai bisogni dei cittadini.

La firma è avvenuta nell’ambito di un percorso più ampio che coinvolge altre Regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria, con l’obiettivo di completare progressivamente il trasferimento di ulteriori materie e funzioni amministrative.

L'iniziativa si inserisce in un quadro normativo e costituzionale ormai maturato, dopo le pronunce della Corte Costituzionale del 2024-2025, che hanno chiarito i limiti e le opportunità dell'autonomia differenziata.

L'accordo di Venezia è inoltre sostenuto apertamente dalla Presidenza del Consiglio, con il premier Giorgia Meloni che ha espresso soddisfazione per il progresso compiuto nel programma di governo.

I commenti politici

Sta di fatto che la pre-intesa di Venezia ha suscitato reazioni politiche di diverso segno.

Il governatore Luca Zaia ha definito il risultato "strepitoso e unico nel suo genere", sottolineando come si tratti di un punto di svolta atteso da anni, nato da una sua proposta risalente al 2018.

Zaia ha evidenziato che questa intesa pone la base per una maggiore autonomia e responsabilizzazione delle Regioni nella gestione di materie cruciali per la vita quotidiana dei cittadini.

Il ministro Roberto Calderoli ha definito l’autonomia "una riforma epocale", ribadendo come il percorso intrapreso darà un maggiore potere decisionale ai territori, anche nei rapporti con l’Unione Europea.

Calderoli ha poi puntualizzato che la firma delle pre-intese segue una serie di incontri tecnici con diverse forze politiche e ministeri coinvolti, ed è un passo verso l’attuazione concreta della normativa vigente.

Dalle opposizioni, invece, arrivano voci preoccupate riguardo il rischio di un possibile aumento delle disuguaglianze territoriali, qualora il trasferimento di competenze non sia accompagnato da adeguati controlli e standard di solidarietà nazionale.

Alcuni partiti, Pd in primis, chiedono garanzie che l’autonomia non si traduca in un indebolimento dei servizi pubblici fondamentali nelle Regioni meno sviluppate.

È soprattutto il fronte del Sud a fare resistenza. Ma fino a quando?

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...