Un nuovo piano elaborato da funzionari russi e statunitensi riaccende il dibattito internazionale su come porre fine alla guerra in Ucraina, tra pressioni diplomatiche e profonde divergenze politiche.
I funzionari russi e statunitensi hanno elaborato un piano per porre fine alla guerra. Lo ha rivelato un articolo di Axios del 19 novembre. La notizia ha rapidamente avuto risonanza a livello internazionale.
Secondo quanto riportato, la bozza del piano di 28 punti è stata elaborata dall'inviato di Trump, Steve Witkoff, e dal consigliere russo, Kirill Dmitriev.
Successivamente sono stati resi noti più dettagli sul piano. Reuters ha riportato che, secondo il piano, Kiev dovrebbe accettare un quadro accompagnato da concessioni territoriali. L'agenzia di stampa britannica ha citato due persone a conoscenza della questione senza rivelarne l'identità. Secondo le fonti, avrebbero anche riferito che le proposte includono una riduzione delle dimensioni delle forze armate ucraine e la rinuncia ad alcuni armamenti.
Alcuni media hanno anche segnalato che il piano includerebbe il riconoscimento del russo come lingua ufficiale in Ucraina, insieme al conferimento di uno status ufficiale alla Chiesa ortodossa russa nel paese.
La proposta sembrerebbe ispirata ad un modello simile al piano di 20 punti elaborato dall’amministrazione Trump per porre fine alla guerra a Gaza.
Secondo quanto riportato, Washington vorrebbe che l'Ucraina accettasse i termini principali.
Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha affermato in un post su X che "il raggiungimento di una pace duratura richiederà che entrambe le parti accettino concessioni difficili ma necessarie".
Ending a complex and deadly war such as the one in Ukraine requires an extensive exchange of serious and realistic ideas. And achieving a durable peace will require both sides to agree to difficult but necessary concessions. That is why we are and will continue to develop a list…
— Marco Rubio (@marcorubio) November 20, 2025
La bozza del piano ha già acceso un dibattito sul controllo della sovranità politica e militare dell'Ucraina.
Con l'inizio del secondo mandato di Trump, l'amministrazione americana ha avviato gli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra in Ucraina. Finora, però, non sono stati registrati sviluppi decisivi. È diventato però più chiaro quanto siano profonde le divergenze tra le parti su diverse questioni, come le rivendicazioni territoriali e l'adesione dell'Ucraina alle alleanze militari.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, mira a raggiungere una pace giusta ed equa per il suo paese, senza ripercussioni sulla sovranità e sull'integrità territoriale.
I termini indicati dai diversi media rappresenterebbero una grave battuta d'arresto per Kiev. Parallelamente, la guerra si avvicina al quarto anno con intensi combattimenti nell'Ucraina orientale, mentre il governo di Zelensky sta affrontando uno scandalo di corruzione che coinvolge figure di alto profilo.
Nell'ultima settimana, Zelensky si è recato ad Atene, Parigi, Madrid e Ankara per ottenere sostegno all'Ucraina e firmare diversi accordi. Il 20 novembre incontrerà invece i funzionari dell'esercito americano a Kiev.
Arrivando all'incontro dei ministri degli Esteri dell'UE, il capo della politica estera del blocco, Kaja Kallas, ha dichiarato:
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *