L'approvazione della proposta di legge che riscrive l'articolo 609-bis del codice penale sulla violenza sessuale rappresenta una svolta nel diritto penale italiano e una vera e propria rivoluzione culturale per l'Italia.
Ieri, 19 novembre 2025, la Camera dei Deputati ha dato il via libera unanime a questa riforma bipartisan, che introduce importanti novità nel trattamento del reato di violenza sessuale, mettendo al centro il principio del consenso libero e attuale e sollevando la vittima dall'onere di prova.
Non sarà più la donna a dover dimostrare di aver subito la violenza, poiché il suo 'no' sarà l'unica vera discriminante.
Dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera, ora il testo passa al Senato per l’ultima fase, con l’auspicio che diventi legge definitiva nelle prossime settimane.
Fino a ieri, la normativa si basava principalmente sull’uso della forza o della minaccia per qualificare un atto come violento, lasciando spesso alle vittime lo onere di dimostrare di aver resistito o di essere state costrette.
Con le modifiche introdotte dalla nuova proposta di legge, si stabilisce che chiunque compie o faccia compiere atti sessuali senza il “consenso libero e attuale” di un’altra persona commette reato di violenza sessuale, eliminando l’obbligo per la vittima di dimostrare di aver subito violenza o coercizione.
Questo principio sposta il focus della questione, riconoscendo che la mancanza di consenso può manifestarsi anche in assenza di violenza fisica evidente.
Inoltre, la legge introduce la revocabilità del consenso in ogni momento, rendendo più chiaro che il consenso deve essere sempre dato liberamente e senza coercizioni, favorendo un quadro più equo e tutelante per le vittime.
Ma cosa si intende per consenso esplicito? La proposta di legge introduce esplicitamente il concetto di consenso libero e attuale come elemento fondamentale per qualificare il reato di violenza sessuale.
Il consenso esplicito è la manifestazione libera, consapevole e inequivocabile della volontà della persona di partecipare all’atto sessuale. Questo comporta che ogni rapporto sessuale, senza una chiara e attuale manifestazione di assenso, è considerato violenza sessuale.
E non è tutto: nella riforma, il consenso deve essere un “sì” attivo e non può essere dedotto dalla semplice assenza di un “no”. Deve essere manifestato in modo inequivocabile, e può essere espresso anche verbalmente o con altri mezzi che rendano evidente la volontà libera e consapevole.
Il consenso può essere revocato in qualsiasi momento, anche nel corso dell’atto, e questa revoca deve essere rispettata. Davanti a un no' occorre fermarsi e non si potrà più utilizzare come scusa l'errore di interpretazione della volontà della donna.
Infine, la legge elimina l’onere per la vittima di dimostrare di essere stata costretta o di aver subito violenza fisica: basta l'assenza del consenso esplicito per configurare il reato di violenza sessuale, allineandosi con i principi della Convenzione di Istanbul.

Al momento la riforma dell'art. 609-bis del Codice Penale è stata approvata solo alla Camera. La sua efficacia concreta dipende dal suo inserimento nel testo definitivo, che si attende nel voto del Senato nelle prossime settimane.
La proposta di legge sul consenso nei rapporti sessuali è un testo che introduce un principio di civiltà già previsto in molti paesi d'Europa: il sesso senza consenso esplicito è stupro. Ultima in ordine di tempo a introdurlo, qualche giorno fa, la Norvegia. E no, non prevede né… pic.twitter.com/oqvX7XDjpO
— Laura Boldrini (@lauraboldrini) September 27, 2025
In sintesi, questa modifica rappresenta un passo avanti decisivo nella tutela delle vittime di violenza sessuale, ponendo un’enfasi sul consenso come elemento centrale e riconoscendo il contesto psicologico e sociale in cui questa si manifesta.
La normativa, se approvata definitivamente, entrerà in vigore a tutela di un diritto fondamentale e offrirà strumenti più chiari e rigorosi per la repressione di comportamenti criminosi in ambito sessuale.
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