20 Nov, 2025 - 16:03

Trump firma la legge sul rilascio dei file Epstein: mossa epocale o bomba ad orologeria?

Trump firma la legge sul rilascio dei file Epstein: mossa epocale o bomba ad orologeria?

Il rilascio dei file Epstein è diventato uno degli aspetti più controversi e divisivi del secondo mandato di Donald Trump. La questione della pubblicazione di documenti legati al finanziere Jeffrey Epstein, condannato per reati sessuali, ha generato una forte pressione sull’amministrazione Trump, che inizialmente aveva tentato di bloccare la diffusione dei fascicoli, per poi cambiare drasticamente atteggiamento firmando una legge che ne impone la pubblicazione. Questo cambio di rotta non è solo il riflesso di una complessa dinamica politica interna, ma anche di profonde tensioni all’interno del Partito Repubblicano, diviso tra sostenitori di Trump e voci critiche sulla gestione della vicenda.

Trump firma la legge per la pubblicazione dei file Epstein

Dopo mesi di resistenza e di crescenti pressioni bipartisan, il presidente Trump ha firmato una legge che impone la pubblicazione dei documenti relativi al caso Epstein.

La svolta è arrivata il 19 novembre, sancendo di fatto la fine di una lunga battaglia che ha visto l’amministrazione cercare inizialmente di ostacolare la diffusione dei file.

Trump stesso ha annunciato la firma sui suoi canali social, sottolineando come il Congresso avesse approvato il disegno di legge con una schiacciante maggioranza.

"HO APPENA FIRMATO IL PROGETTO DI LEGGE PER LA PUBBLICAZIONE DEI FILE EPSTEIN", ha scritto il presidente americano su Truth Social.

La decisione di Trump, più che una semplice concessione alla trasparenza, sembra sia stata motivata anche dalla necessità di sedare le crescenti tensioni interne al suo partito e di controllare il danno politico causato da un caso che minaccia di distogliere l’attenzione dall’agenda principale del presidente.

Ma quando verranno rilasciati i documenti?

Ora i funzionari del Dipartimento di Giustizia dovranno rispettare la scadenza di 30 giorni dalla promulgazione, che cade nel mese di dicembre, per la pubblicazione dei documenti. Tuttavia, il caso Epstein rimane un tema scottante.

Il cambiamento di posizione di Trump sui file Epstein

Il dietrofront, dal rifiuto di pubblicare i file alla firma della proposta di legge, rappresenta un cambio di rotta significativo per Trump. Inizialmente, il presidente ha cercato di frenare la diffusione dei fascicoli ma poi ha espresso il suo sostegno agli sforzi del Congresso.

L’amministrazione ha tentato di girare la narrazione verso un’altra direzione, questa volta cercando di coinvolgere i Democratici, citando presunti legami di Epstein con esponenti del partito avversario per controbilanciare le polemiche che avevano riguardato anche Trump.

Questo doppio gioco riflette una strategia di contenimento politica ma ha minato la fiducia in alcune parti del partito e ha offuscato l’immagine del presidente.

Divisioni e tensioni nel movimento MAGA sulla questione Epstein

La vicenda Epstein ha acuito le divisioni all’interno del movimento MAGA e del Partito Repubblicano in generale.

Diversi esponenti conservatori si sono schierati a favore della trasparenza e della pubblicazione integrale dei file, ritenendo che un tentativo di occultamento sarebbe stato un errore strategico, soprattutto in vista delle elezioni di medio termine del 2026. Questo ha creato una disputa interna difficilmente superabile.

Gli scontri interni riflettono non solo un dissenso sulle modalità di gestione della questione Epstein, ma anche sul futuro dello stesso movimento MAGA.

Mentre Trump tenta di riunire il partito dietro la sua leadership, il caso Epstein rimane una fonte di tensione che può minare la coesione e la compattezza del consenso attorno a lui.

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