C’è una storia che sembra leggenda, eppure è tutto vero. Una domenica quasi dimenticata dal calcio moderno: 13 ottobre 1929.
Quel giorno, la Roma travolse la Cremonese con un risultato talmente assurdo da sembrare inventato… 9-0.
Un terremoto sportivo che fece tremare Cremona e che ancora oggi pochi ricordano, ma nessuno dovrebbe ignorare, soprattutto alla vigilia della sfida della 12ª giornata.
Nel primo campionato a girone unico della storia, la Roma targata Volk e Bernardini trasformò il Campo Testaccio in un’arena: gol su gol, un martello senza pietà. Chini, Ossoinach, Volk, Bernardini e Benatti firmarono un match destinato a entrare nei libri di storia.
Quel 9-0 non fu solo una vittoria: fu il più largo trionfo della Roma in Serie A e allo stesso tempo la peggior umiliazione della Cremonese nella massima categoria.
Un marchio indelebile, una ferita sportiva che neanche il tempo ha cancellato del tutto.
Perché pochi mesi dopo, successe l’impensabile. A Cremona, davanti al proprio pubblico, la squadra lombarda mise in campo l’orgoglio, il sudore e la voglia di riscatto. Finì 1-0 con il gol di Natale Dossena: non solo una vittoria, ma un grido di vendetta. La risposta a quella batosta storica.
Il simbolo di una rivalità fatta di orgoglio ferito e di memoria lunga.
Alla vigilia della 12ª giornata del campionato 2025/26, quell’antica storia torna a bussare alla porta.
I tifosi che riempiranno lo stadio Giovanni Zini non vedranno solo 22 uomini in campo: vedranno un secolo di sfida, rivincite e fantasmi sportivi che non smettono di aggirarsi.
Il 9-0 è lì, sospeso, pronto a diventare motivazione per qualcuno e monito per qualcun altro.
Perché certe partite non finiscono mai davvero: restano vive nella memoria, nei cori, nel cuore di chi ama il calcio.
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