Il dibattito internazionale sulla fine della guerra in Ucraina ha subito un’accelerazione dopo la presentazione del piano statunitense, che ha spinto alleati e avversari a riconsiderare strategie, priorità e margini di negoziazione. Mentre le capitali europee discutono le implicazioni della proposta, sul tavolo restano dubbi, timori e nuove aperture che potrebbero ridisegnare gli equilibri del conflitto.
Il piano degli Stati Uniti ha aperto una discussione senza precedenti sulle possibili ipotesi di fine della guerra in Ucraina.
Secondo i leader occidentali, il piano di 28 punti rappresenta una base di partenza che “richiederà un ulteriore lavoro”. Non solo i leader dei principali paesi europei, ma anche Canada e Giappone, si trovano sulla stessa linea. In una dichiarazione congiunta hanno infatti affermato:
Queste reazioni indicano che il piano americano non è stato accolto con un semplice rifiuto ma con un atteggiamento prudente e critico.
I leader europei si incontreranno, il 24 novembre, durante il vertice Ue-Africa per discutere nel dettaglio la bozza statunitense.
Secondo la documentazione diffusa da diversi media, il piano prevede che l’Ucraina debba cedere territorio, ridurre il proprio esercito e rinunciare alle ambizioni di entrare nella Nato.
Il premier britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Friedrich Merz hanno già avuto una telefonata con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il leader ucraino ha informato anche altri alleati, tra cui il primo ministro polacco Donald Tusk e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Zelensky ha tempo fino al 27 novembre per rispondere e, dopo questa scadenza, rischia di perdere parte del sostegno statunitense. Gli Stati Uniti potrebbero per esempio interrompere la condivisione di intelligence con l’esercito ucraino, un provvedimento che Trump aveva già adottato in passato per poi revocarlo successivamente.
L'Ucraina e gli Stati Uniti svolgeranno colloqui di alto profilo in Svizzera per valutare potenziali vie verso la conclusione del conflitto.
L’Ue afferma che continuerà a sostenere l’Ucraina. I leader europei hanno ribadito il loro impegno costante nei confronti di Kiev e, parallelamente, hanno sottolineato che qualsiasi disposizione di un eventuale accordo che riguardi l'Ue o la Nato richiederebbe il consenso di queste stesse istituzioni.
Questa precisazione indica la volontà europea di non accettare accordi senza sedere al tavolo delle trattative.
Gli europei sono stati esclusi dall’impegno di Trump sulla bozza del piano di 28 punti. Ora i leader europei insistono perché l’Europa non venga ignorata in nessun negoziato. Allo stesso tempo, spingono affinché un eventuale accordo non metta da parte le posizioni di Zelensky.
I leader europei sostengono da tempo che Mosca stia deliberatamente frenando i negoziati diplomatici, nella speranza di logorare e travolgere le forze ucraine.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato, il 21 novembre, che la proposta avanzata dagli Stati Uniti per un accordo di pace in Ucraina potrebbe rappresentare “una base” per porre fine al conflitto. Secondo quanto riportato dai media, il leader russo ha dichiarato:
Le parole di Putin introducono un elemento di apertura, seppur ambiguo, che si intreccia con le preoccupazioni occidentali.
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