23 Nov, 2025 - 09:50

L'ultimo scivolone delle femministe: "Meno femminicidi, più melonicidi"

L'ultimo scivolone delle femministe: "Meno femminicidi, più melonicidi"

Alla manifestazione di Roma contro la violenza sulle donne, organizzata dal collettivo "Non una di meno," sono spuntati cartelli più o meno ironici: "Ridacci la Vanoni in cambio della Meloni". Ma anche più espliciti. Uno diceva: "Meno femminicidi, più melonicidi".

Il che non ha potuto non scatenare molte polemiche. 

Solo slogan controversi, per usare un eufemismo?

In realtà, cartelli e slogan hanno rappresentato per molti una provocazione politica che ha superato i limiti della protesta femminista: le reazioni sia in piazza sia sui social media sono state forti.

Il cartello e gli slogan delle femministe contro Giorgia Meloni 

Il cartello "meno femminicidi, più melonicidi" è stato diffuso sui profili social del collettivo Zero Alibi e rilanciato da "Non una di meno Roma" 

La frase prende di mira direttamente Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, e come non interpretarla se non come un augurio di violenza contro il priimo presidente del Consiglio donna che abbia avuto l'Italia?

Per questo ha provocato indignazione e accuse di incitamento all'odio.

Le femministe che hanno esposto il cartello sono state criticate aspramente da alcune senatrici di Fratelli d'Italia, come Ester Mieli e Cinzia Pellegrino, che hanno condannato questo messaggio, definendolo un paradosso: una protesta contro la violenza che a sua volta inneggia a un atto di violenza contro una donna.

Nel corso del corteo sono stati inoltre espressi altri slogan e striscioni contro il governo Meloni e il ministro della Famiglia Eugenia Roccella, creando un clima di protesta politicamente acceso e controverso.

Il corteo ha visto anche la partecipazione di personalità dello spettacolo e della politica, ma è stato caratterizzato dalla presenza di messaggi contro la maggioranza governativa in carica.​

Tutto fa brodo per andare contro il Governo

Il cartello "meno femminicidi, più melonicidi" e gli altri slogan contro il governo Meloni non sono certo nuovi. 

Le organizzazioni femministe denunciano un approccio del governo ritenuto punitivista, che allo stesso tempo taglierebbe fondi ai centri antiviolenza e alle azioni di prevenzione, e criticano le politiche familiari definite insufficienti o carenti.

Nel mirino delle manifestanti è finito anche il ddl Valditara, considerato un attacco alla scuola pubblica e alle tematiche di genere.

In questa cornice, ogni spunto e ogni slogan vengono utilizzati per rafforzare un messaggio di dissenso nei confronti del governo, spesso accompagnato da richiami a tematiche internazionali come la Palestina.

Questo clima di protesta radicale mette in luce come la battaglia femminista si intrecci con dinamiche politiche più ampie, trasformando anche eventi dedicati alla lotta contro la violenza di genere in occasione per attaccare l’esecutivo.

ùSi è così data voce a un mix di rivendicazioni sociali, culturali e politiche, che hanno portato alla luce divisioni profonde dentro lo stesso movimento femminista e nella società italiana

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