Mancano ancora molti mesi per le Elezioni comunali a Milano. A meno di dimissioni anticipate a sorpresa da parte del sindaco del Pd, Beppe Sala, nel capoluogo lombardo le urne si apriranno nella primavera del 2027.
Eppure il dibattito sulla scelta dei possibili candidati alla corsa per la conquista di Palazzo Marino è già entrato nel vivo soprattutto all’interno del centrodestra che punta a riconquistare la guida della città metropolitana.
Nelle ultime ore, infatti, la necessità di individuare un profilo da contrapporre al centrosinistra per le comunali milanesi è stata sottolineata da diversi esponenti dell’attuale maggioranza di governo.
In attesa di capire cosa succederà in Campania, Puglia e Veneto dove è in corso il voto per la scelta dei nuovi governatori, i partiti italiani già guardano avanti al prossimo appuntamento elettorale: le comunali del 2027.
La scelta del futuro candidato sindaco di Milano ha già vivacizzato il dibattito all’interno del centrodestra. Al momento il confronto tra i partiti è limitato alle schermaglie iniziali, ma con l’approssimarsi dell’appuntamento non è difficile prevedere un inasprirsi dei toni.
A sollevare il problema è stato il leader della Lega Matteo Salcini che ha sottolineato la necessità di trovare presto il candidato del centrodestra a Milano.
Un appello che trova concorde il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha sottolineato che la coalizione di centrodestra deve accelerare i tempi per la scelta del candidato per non fornire un vantaggio agli avversari.
Ha dichiarato il governatore della Lega nel suo intervento a 'Italia Direzione Nord' in corso alla Triennale di Milano.
Della stessa opinione anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha sottolineato come il candidato sindaco vada scelto ‘presto e bene’.
Sulla questione è intervenuto anche l’attuale sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha critica la tendenza della sua parte politica a una radicalizzazione delle posizioni.
Dichiara Sala che poi aggiunge:
L’esponente del Pd non risparmia critiche alla sua parte politica e nello specifico a quella deriva radicale che non lo vede d’accordo.
Secondo Sala applicare questo schema anche a Milano potrebbe risultare controproducente.
Un’assenza che secondo Sala è determinante per la vittoria o la sconfitta.
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