25 Nov, 2025 - 20:34

Infrazione UE sulle case green: stop agli incentivi alle caldaie. L’Italia è davvero pronta al cambiamento?

Infrazione UE sulle case green: stop agli incentivi alle caldaie. L’Italia è davvero pronta al cambiamento?

L’infrazione UE, che mette in discussione gli incentivi alle caldaie a gas, evidenzia una duplice sfida per l'Italia: conciliare le esigenze di risparmio e crescita nazionali con l’obiettivo di sostenibilità imposto da Bruxelles. Il confronto tra Roma e la Commissione Europea si gioca su due fronti: la necessità di edifici più efficienti e la persistenza degli aiuti di Stato alle fonti fossili. In questo contesto, è sostenibile continuare a incentivare impianti a gas mentre l’Europa spinge per edifici a emissioni zero e tecnologie più pulite?

Al centro della contestazione c'è il mancato allineamento dell’Italia alla nuova Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), che richiede la progressiva eliminazione dei combustibili fossili negli edifici e l'immediata revisione degli incentivi nazionali ancora in vigore.

Caldaie a gas nel mirino: l’UE avvia l’infrazione

La Commissione Europea ha avviato la procedura di infrazione contro l'Italia, contestando la presenza di incentivi alle caldaie a gas, considerati incompatibili con gli obiettivi della Direttiva EPBD rivista e con l’intero pacchetto climatico “Fit for 55”.

Come riportato da Il Sole 24 Ore, Bruxelles ritiene che l'Italia non stia sostenendo adeguatamente la transizione energetica, ma stia invece prolungando l'uso di tecnologie basate su combustibili fossili proprio tramite quegli stessi incentivi. Una scommessa mancata che il Paese non può più permettersi di ignorare, proprio mentre l’UE spinge con decisione verso le pompe di calore e il modello degli edifici “a emissioni zero” (Zero-Emission Buildings, ZEB).

A livello europeo, inoltre, si stanno finalizzando i meccanismi per l’adozione degli standard minimi di prestazione energetica (MEPS) per gli edifici esistenti e nuove regole più severe per quelli di nuova costruzione, che dovranno essere “a emissioni zero” entro il 2030. L’obiettivo è ridimensionare gli aiuti nazionali che ancora sostengono tecnologie fossili, reindirizzando le risorse verso incentivi realmente orientati alla decarbonizzazione.

Case green: cosa chiede la Direttiva EPBD all’Italia

Per rispondere alle disposizioni europee, la revisione della Direttiva EPBD stabilisce obiettivi chiari e vincolanti per gli Stati membri:

  • eliminare gradualmente gli incentivi alle caldaie alimentate da combustibili fossili;
  • favorire tecnologie a zero emissioni dirette, come le pompe di calore;
  • migliorare la classe energetica degli edifici più vecchi e più energivori;
  • introdurre standard più rigidi per i nuovi immobili.

Bruxelles non contesta l’adozione degli incentivi in sé, quanto piuttosto il ritardo nell’implementazione degli Standard Minimi di Prestazione Energetica (MEPS) e la permanenza di misure che continuano a sostenere tecnologie non compatibili con il percorso europeo di decarbonizzazione.

Caldaie a gas: gli incentivi che l’Europa vuole bloccare

Il tema più caldo riguarda i bonus che in Italia continuano a sostenere, tra cui:

  • installazione di caldaie a condensazione;
  • sostituzione di impianti esistenti con sistemi a gas evoluti;
  • detrazioni fiscali inserite in alcuni pacchetti di riqualificazione energetica.

Secondo La Nuova Ecologia, la Commissione considera queste misure un freno all’abbandono dei combustibili fossili, poiché prolungano la vita di investimenti destinati a diventare obsoleti in pochi anni.

Impatto immediato per famiglie e imprese

L'infrazione non è un semplice “ammonimento verbale”. Sebbene la procedura non preveda sanzioni economiche immediate, produce effetti diretti sul mercato energetico e sulla programmazione nazionale.

Alla luce di questa procedura, il Governo è ora chiamato a rivalutare la presenza di tali bonus e detrazioni, applicare limiti più stringenti o, più probabilmente, spostare le risorse verso soluzioni coerenti con la EPBD, come le pompe di calore. Un cambiamento che orienterà famiglie e imprese verso sistemi ad alta efficienza energetica e a zero emissioni.

Perché l’Italia rischia un nuovo scontro con Bruxelles

Il nodo centrale del dibattito risiede in due esigenze contrapposte: da un lato l'UE richiede un abbandono rapido dei combustibili fossili negli edifici; dall’altro l’Italia cerca di tutelare famiglie, imprese e un settore industriale ancora fortemente radicato nelle infrastrutture del gas.

Tuttavia, mantenere attivi gli incentivi per le caldaie a gas significa, di fatto, rallentare quella transizione che l’Europa considera imprescindibile per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030 e del 2050.

LEGGI ANCHE
LASCIA UN COMMENTO

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *

Sto inviando il commento...