Il leader della squadra di San Pietroburgo ha optato per un periodo di stop. Il CT della nazionale Valery Karpin ha recentemente dichiarato al portale Ukrinform (URF):"Domenica abbiamo parlato con Artem al telefono, ci ha assicurato che vuole davvero giocare per la Nazionale. Ma ora, a causa della difficile situazione in Ucraina, dove ha molti parenti, si è scusato e ha chiesto per circostanze familiari di non invitarlo a questo incontro. Abbiamo deciso di rimanere in contatto con lui"
La Russia è tutt'ora sotto la lente d'ingrandimento della UEFA in vista delle prossime qualificazioni per il mondiale, avendo saltato la gara programmata contro la Polonia (per presa di posizione di Lewandowski e compagni).
Parole, quelle del centravanti natio di Mosca, che sembrerebbero essere una piccola presa di posizione, soprattutto dopo la querelle mediatica che l'aveva visto protagonista assieme a Mykolenko. Il terzino ucraino dell'Everton, infatti, aveva accusato Dzyuba di essere un codardo per non aver proferito alcuna parola contro il conflitto perpetrato dal suo paese. Artem, di risposta, aveva sottolineato quanto fosse facile parlare per i giocatori risedenti in altre nazioni e non in Russia.
Dzyuba, che attualmente è il miglior marcatore della storia del campionato russo e recordman di reti in nazionale (ha da poco superato Kerzakov) con 30 gol in 54 presenze, ha precisato successivamente: "Non è politica, sono motivi personali". Il padre del calciatore è originario di Lubny, nella regione di Poltava, ha lavorato come poliziotto e giocato a calcio nei campionati regionali del suo paese.
Dichiarazioni tiepide che mantengono un velo di incertezza riguardo la sua posizione, ma in tempi durante i quali è pressoché impossibile esprimersi liberamente per gli atleti russi residenti nel proprio paese d'origine, possono fungere da apripista per i suoi colleghi.