Matteo Curti di Deejay Chiama Italia non è solo una delle voci dell’amato show mattutino insieme a Linus e Nicola Savino ma è anche lo station manager del network. Il percorso che l’ha portato dov’è è curioso e merita di essere conosciuto. L’ha raccontato lui stesso in diretta nella giungla di Radio Cusano Campus, Bagheera, condotta tutti i giorni dal lunedì al venerdì in pieno drive-time dal cantautore Bussoletti. L’occasione è stata buona anche per parlare dei podcast e del loro possibile successo in Italia.
Sono partito da lontano, diciamo che sono arrivato in Formula Uno partendo dal go kart. Ero un grande appassionato di Albertino da ragazzo, lo ascoltavo quando tornavo da scuola. Quando la passione è cresciuta, ho iniziato a fare cose mie a casa che poi sono diventate i provini che portai a Radio L’Olgiata. Loro mi diedero fiducia e da là iniziai a fare esperienza. A un certo punto ho iniziato ad andare sotto Radio Deejay per cercare di diventare una faccia conosciuta e, forse grazie a Santa Pupa, Linus non ha chiamato la polizia ma mi ha, invece, dato la possibilità di entrare e guardare senza toccare. Poi ho toccato eccome perché mi sono occupato praticamente di tutto, dai computer alle messe in onda anche passando per Radio Capital.
Non è perché sto rilasciando un’intervista pubblica ma è davvero facile lavorare con lui, è fin troppo buono. Lo penso veramente. Se prende una decisione, è quella. La prima volta che sono andato in voce a Deejay l’ho saputo un quarto d’ora prima. Non ho avuto modo di farmela sotto però, perché lui mi ha messo nella condizione ideale che più sbagliavo e meglio era e così è stato anche quando lo spazio è cresciuto con i vari dialetti romani e con l’interazione insieme a Nicola Savino, che allora era ancora l’Uomo della Strada.
Quando arriviamo in radio, Linus ha già in mente la scaletta di Deejay Chiama Italia. Poi io e Nicola diamo i nostri suggerimenti su cosa aggiungere o specificare e ci incrociamo con l’attualità. Questo aspetto ancora artigianale s’incastra ad una professionalità di persone che fanno radio da quarant’anni con grande successo. Solo con quella professionalità alle spalle si può preparare un programma così in un’ora.
Non so ancora se i podcast in Italia avranno il successo degli Stati Uniti ma è una forma d’intrattenimento che credo possa crescere parallelamente alla diretta, non in antitesi. Ne ho da poco registrato uno insieme a Rocco Tanica, Victoria Cabello e Brenda Lodigiani su Dungeons & Dragons in cui siamo un gruppo di avventurieri.
Ecco il link del podcast dell’intera intervista di Matteo Curti di Deejay Chiama Italia: