Siccità Italia 2022, tagliata più di una bottiglia di passata di pomodoro su dieci. Le alte temperature hanno ridotto dell’11% il raccolto del pomodoro da salsa destinato a polpe, passate, sughi e concentrato. Secondo uno studio della Coldiretti presentato in occasione dell’avvio della raccolta del pomodoro in Italia, la produzione nazionale è stimata in calo fino a 5,4 miliardi di chili. La raccolta quest’anno parte in anticipo per le condizioni climatiche che hanno accelerato i processi di maturazione e messo a rischio le produzioni in campo.
A livello nazionale – spiega Coldiretti – il pomodoro per la salsa Made in Italy, per passate, pelati e concentrati è coltivato su circa 70mila ettari da nord a sud del Paese con Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Puglia che sono i principali produttori coinvolgendo una filiera dove operano – evidenzia Coldiretti - 6500 imprese agricole, circa 90 imprese di trasformazione e impiega 10.000 addetti, per un fatturato di 3,7 miliardi di euro. L’Italia – evidenzia Coldiretti - rappresenta il 15% del raccolto mondiale, è il primo produttore europeo di pomodoro davanti a Spagna e Portogallo e il secondo a livello globale subito dopo la California.
La salsa Made in Italy trainata dal successo della dieta Mediterranea nel mondo ma è minacciata dall’esplosione dei costi di produzione sulla scia delle speculazioni internazionali. Le aziende agricole italiane stanno lottando su tutti i fronti contro aumenti che – sottolinea Coldiretti – vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio. Il vetro costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno. Si registra un incremento del 15% anche per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Rincarato anche il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – continua la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1000%.
I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti – hanno un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola. I consumi diretti per le aziende agricole – spiega Coldiretti – includono i combustibili per trattori e i trasporti mentre fra i consumi indiretti ci sono quelli che derivano da fitosanitari, fertilizzanti e impiego di materiali come la plastica, vetro o tetrapack. Il comparto alimentare richiede invece – continua la Coldiretti – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed elettricità, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro.
Una scenario drammatico in cui – spiega Coldiretti - si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto: in una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà (53%) – evidenzia l’analisi di Coldiretti - è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.
La situazione è in linea con molti altri prodotti poiché in media per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.
Nel carrello della spesa degli italiani fra le conserve di pomodoro si trovano al primo posto le passate – conclude Coldiretti - seguite dalla polpa, pelati e pomodorini e da ultimo i concentrati, per una media di 20 chili a famiglia.