È stato arrestato Mauro De Ieso, il sindaco di Pago Veiano, piccola cittadina in provincia di Benevento finito agli arresti domiciliari insieme a un imprenditore e a un tecnico di loro fiducia accusato di corruzione e appalti truccati per un totale di 90 mila euro.
Bufera a Pago Veiano, piccolo centro in provincia di Benevento, dove questa mattina il sindaco Mauro De Ieso è stato arrestato dai finanzieri della tenenza di Piedimonte Matese. Il primo cittadino è finito agli arresti domiciliari, come disposto dal gip del Tribunale di Benevento su richiesta della Procura della Repubblica, insieme all'imprenditore Michele Formichella di 50 anni e originario di Dugenta e ad un tecnico di loro fiducia, Luigi Rito Pennucci di 59 anni residente a Benevento. Nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza in merito alla commissione di più delitti di corruzione e turbata libertà degli incanti, volti ad agevolare il suddetto imprenditore nell'aggiudicazione di un appalto per la costruzione di una scuola elementare e di un appalto per il rifacimento di una strada provinciale per un valore complessivo di 5 milioni di euro.
Le attività di indagine, intraprese inizialmente presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere si sono articolate in lunghe e complesse attività di intercettazione e pedinamento da parte della polizia giudiziaria operante nonché acquisizioni documentali.
Il materiale appreso dal gip nell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale eseguita oggi, ha consentito di acquisire gravi indizi in ordine all’intercessione del sindaco con i componenti delle commissioni di gara, al momento non ancora individuati, al fine di consentire l’aggiudicazione a società riconducibili allo stesso imprenditore dei più importanti lavori pubblici da svolgersi nel territorio comunale, con l’ausilio del tecnico di fiducia per la predisposizione della documentazione amministrativa.
In particolare, l’attività di agevolazione dell’imprenditore iniziava con l'individuazione dei lavori da aggiudicare prima ancora della formale pubblicazione del bando di gara, proseguendo poi, con la turbativa della gara ed il continuo confrontarsi tra loro anche per i dettagli più trascurabili al fine di eliminare i concorrenti.
L’accordo criminoso contemplava un pagamento al sindaco e al tecnico di fiducia di un corrispettivo, per una somma non inferiore a 90 mila euro, era questo infatti, il prezzo corruttivo, per favorire l’imprenditore nell’aggiudicazione di gare, nonostante le società fossero prive dei necessari requisiti professionali di partecipazione al bando. Secondo quanto stabilito dalle indagini, la corruzione non si limitava soltanto al sindaco, ma anche ai commissari di gara con i quali il primo cittadino intercedeva per far ottenere i bandi all'imprenditore. Ai commissari, che non sono ancora stati identificati, veniva corrisposta una somma tra i 4 mila e i 5 mila euro.
Dopo l'aggiudicazione del bando, inoltre, l'accordo prevedeva che venisse monitorato anche lo sviluppo di eventuali ricorsi presentati al Tar da parte dei concorrenti dell'imprenditore battuti nella gara d'appalto.
Per quanto riguarda l'esecuzione dei lavori per la scuola elementare, la direzione veniva affidata proprio al tecnico di fiducia del sindaco, così come preventivato dagli indagati prima ancora della pubblicazione del bando di gara, incidendo l’accordo corruttivo anche sul regolare svolgimento della relativa gara. Tutto questo faceva parte di un vero e proprio modus operandi messo in atto da parte del sindaco, determinato nel pretendere il pagamento della propria tangente nell’ambito di ogni gara di appalto, come compenso per il coordinamento tra il suo tecnico di fiducia e le commissioni di gara, sulle quali esercitava la propria influenza.
Queste circostanze evidenziano non solo la gravità dei fatti, ma anche una certa abitualità tipica di chi è dedito a gestire le gare e ad orientarle a proprio piacimento, ancora prima della pubblicazione, come di fatto è avvenuto per la gara relativa ai lavori della scuola a Pago Veiano.