Vaiolo delle scimmie, Grosseto segnala il secondo caso in un comune della provincia. Il paziente non è ricoverato perché, data la forma lieve della malattia, sta seguendo, presso il proprio domicilio le indicazioni che sono state fornite dal Dipartimento di Prevenzione della Asl Toscana sud est da attuarsi fino a completa guarigione. Nei giorni scorsi l’Oms ha dichiarato l’emergenza sanitaria globale per il vaiolo delle scimmie. In Italia ad oggi i casi accertati sono 426 di cui 12 in Toscana.
spiega la dottoressa Cesira Nencioni direttrice del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Misericordia di Grosseto.
"I sintomi sono le eruzioni cutenee e in alcuni casi febbre, mal di schiena, linfonodi ingrossati, dolori muscolari e mal di testa. Il consiglio, se si hanno dei dubbi è quello di rivolgersi immediatamente al proprio medico, soprattutto per chi è stato in paesi dove sono stati riscontrati dei focolai, e segnalare ogni sintomo,
conclude la dottoressa Nencioni.
Il sito dell'Istituto Superiore di Sanità descrive così i sintomi del Vaiolo delle scimmie: nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Fino a questo momento la maggior parte dei casi ha avuto sintomi lievi con un decorso benigno. Tuttavia, il vaiolo delle scimmie può causare una malattia più grave soprattutto in alcuni gruppi di popolazione particolarmente fragili quali bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse.
Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona. La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori). Nell'epidemia in corso , i dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi.