I 24mila euro che Monica Cirinnà reclama erano stati trovati nella cuccia del cane dell'azienda agricola "Capalbio Fattoria", residenza toscana della senatrice e del marito Esterino Montino, Sindaco di Fiumicino, che non erano stati in grado di spiegarne la provenienza. Ora hanno chiesto alla procura il dissequestro della cifra, ma secondo il giudice non ne hanno diritto.
Era l'estate del 2021. A denunciare ai carabinieri il ritrovamento dei soldi nella tenuta dei coniugi Cirinnà e Montino in Toscana era stato uno dei figli della coppia. Le banconote erano state rinvenute nella cuccia del cane dell'azienda agricola "Capalbio Fattoria", residenza toscana della famiglia, avvolte in una busta di plastica. La procura aveva subito avviato delle indagini a carico di ignoti, a cui i due erano rimasti estranei, per chiarire la provenienza delle 48 banconote da 500 euro, per un totale di 24mila euro. Il pubblico ministero, Giampaolo Malchionna, aveva poi chiuso il fascicolo, inoltrando la richiesta di archiviazione del procedimento al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Grosseto. Durante le indagini, gli accertamenti della Banca d'Italia avevano riscontrato che le banconote non erano segnalate: in altre parole, i soldi non provenivano da reati, ma erano state reperite dal libero mercato. In quell'occasione queste erano state le dichiarazioni rilasciate dalla senatrice del Pd:
E aveva poi proseguito:
Adesso è tornata sulla questione, Monica Cirinnà, reclamando i 24mila euro. Lo scorso maggio, infatti, la senatrice avrebbe chiesto al Gip di "disporre la restituzione" della somma in suo favore, opponendosi alla confisca chiesta dal sostituto procuratore. Questa la motivazione presentata dal suo legale: "Ai sensi dell'articolo 932 del codice civile - si legge nell'istanza - il 'tesoro', inteso come qualunque cosa mobile di pregio di cui nessuno può provare d'essere proprietario, appartiene al proprietario del fondo in cui si trova". Secondo questa tesi, i soldi spetterebbero alla Cirinnà. Non è dello stesso avviso il giudice, che ha rigettato la richiesta "poiché opera in questo caso la disciplina delle cose ritrovate", ha spiegato, ribadendo che la controversia dovrà essere risolta dal giudice civile. Per ora la somma, che la Cirinnà aveva dichiarato di voler devolvere all'associazione antiviolenza "Olymbia De Gouges", resta senza proprietario e quindi sotto sequestro.