06 Aug, 2022 - 18:03

Omicidio di Civitanova Marche, in 500 sfilano per chiedere giustizia

Omicidio di Civitanova Marche, in 500 sfilano per chiedere giustizia

Le immagini del brutale omicidio di Civitanova Marche con Alika massacrato sono ancora impresse negli occhi delle persone. Quest’oggi per chiedere giustizia c’è stato un corteo guidato dalla moglie Charity Oriakhi e tutti i parenti con una t-shirt nera e la scritta ‘Justice for Alika’, la comunità nigeriana in maglietta verde o bianche con l’immagine del connazionale ucciso lo scorso venerdì e in inglese la frase ‘Tutti abbiamo diritto di essere vivi’, la stessa impressa su uno striscione con i colori della bandiera della Nigeria.

Un corteo organizzato, ma spontaneo che ha visto aggiungersi alla comunità nigeriana anche tanti italiani hanno voluto manifestare il loro dissenso verso l’omicidio di Civitanova Marche. Tra i circa 500 che hanno sfilato verso Piazza XX Settembre, qualcuno di meno secondo la questura, c’erano anche il sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, e i parlamentari dem Matteo Orfini e Fabrizio Verducci. Voglio giustizia per mio marito Alika: era una persona buona e tranquilla con tutti, giocava e salutava tutti, sono state le parole di Charity Oriakhi.

Ama il prossimo tuo come te stesso’, ‘Le vite nere contano’ sono solo alcuni dei messaggi sui cartelli esposti dai manifestanti contro l’omicidio di Civitanova Marche. Nessuna bandiera di parte, ma solo quelle della Nigeria e l’arcobaleno della pace, proprio come avevano chiesto gli organizzatori, convinti che fosse l’unico modo per onorare la memoria di di Alika Ogorchuckwu. In piazza XX Settembre si sono ritrovati tutti per i discorsi ufficiali. Charity, i due fratelli di Alika, i rappresentanti della comunità nigeriana e un unico filo conduttore: la morte di Alika non c’entra con il razzismo, ma si è trattato di un fatto di una violenza disumana

Omicidio di Civitanova Marche, le parole del sindaco Ciarapica in piazza

Civitanova non è una città razzista e tantomeno indifferente o insensibile. Il gesto di una persona non può essere accomunato alla nostra comunità che è sempre stata accogliente, ospitale e aperta, ha sempre lavorato per la pacifica convivenza ed è rimasta attonita dopo questo fatto terribile, sono state le parole del primo cittadino Fabrizio Ciarapica.

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Thomas Cardinali
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