Ci sono volute quasi quattro ore a Matteo Berrettini per battere lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina e ora ai quarti di finale degli Us Open affronterà il norvegese Casper Ruud.
Dopo il match contro Fokina Matteo ha parlato ai microfoni di Eurosport, toccando vari argomenti come la preparazione mentale ai match, le gare ad alta intensità e si è anche espresso sul suo prossimo avversario.
Berrettini e l'importanza del mental coach
Mi faccio aiutare da un mental coach da quando avevo 17 anni, da quando ancora non pensavo neanche di poter fare il professionista e l’ho vinta di testa perché sul gioco per alcuni tratti della partita lui era superiore, giocava meglio nonostante non stessi giocando male, però ho tenuto i nervi saldi, sono stato lì attaccato perché sapevo che comunque un calo sarebbe stato fisiologico. Soprattutto nelle partite tre set su cinque credo che l’aspetto mentale sia importante.
Sulle gare ad alta intensità come quella disputata contro Fokina.
Troppo spesso ci focalizziamo su quanto facciamo le cose fatte bene, ma alla fine la cosa importante è giocare bene i punti importanti ed oggi l’ho fatto. C’era un livello molto alto, intensità altissima e credo sia stata la miglior partita del torneo. Sento che sto bene fisicamente e mentalmente e che sono pronto per la prossima la partita
Le parole sul prossimo avversario Casper Ruud
Infine Berrettini ha parlato del prossimo tennista che avrà di fronte agli US Open.
Sicuramente sarà difficile, è uno dei giocatori più caldi del 2022, con la finale a Parigi. Si parla sempre di un terraiolo, ma ha dimostrato ampiamente di essere molto forte anche sulle superfici più rapide e non a caso è ai quarti, non a caso Insomma ho ottenuto risultati importanti anche sul duro. Ci conosciamo bene, sarà una partita difficile, sicuramente diversa da quella che abbiamo giocato a Gstaad, e sono pronto.