Bonus 150 euro è una delle principali misure del Decreto Aiuti Ter.
Si tratta di una indennità una tantum a sostegno di famiglie e imprese.
Il contributo si inserisce tra le iniziative atte a fronteggiare l’emergenza rincari e il caro bollette.
Il via libera del Consiglio dei Ministri al Decreto Aiuti Ter è arrivato proprio ieri.
Il bonus 150 euro si inserisce tra le principali novità contenute nel decreto.
Il contributo è destinato a lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati e invalidi che rispettino i requisiti previsti.
In particolare, il bonus è destinato a tutti coloro che percepiscono redditi inferiori a 20mila euro lordi annui.
Si stima che la platea dei beneficiari interessi circa 22 milioni di persone.
Ecco in proposito, le parole del premier Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo la seduta del Consiglio dei Ministri:
È un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani circa che guadagnano meno di 20mila euro, inclusi gli incapienti.
Il decreto Aiuti ter ha stanziato, complessivamente, 14 miliardi di euro, che, sommati a quelli dei mesi scorsi diventano 66.
Come ha spiegato La Repubblica:
Per la voce dei dipendenti, l'onere stimato è di poco più di 1 miliardo. Ne deriva una platea di 6,7 milioni di persone.
L’indennità è prevista per:
I soggetti residenti in Italia, titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 1° ottobre 2022, e di reddito personale assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore per l'anno 2021 a 20.000 euro
Per i pensionati, le risorse stanziate sono di 1,245 miliardi.
In proposito, La Repubblica, ha aggiunto:
Anche in questo caso il bonus non è cedibile, sequestrabile, pignorabile e non compone reddito.
Il bonus è, poi, rivolto anche ai lavoratori stagionali che abbiano svolto la prestazione per almeno 50 giornate, lavoratori a tempo determinato e intermittenti, lavoratori dello spettacolo, ai lavoratori domestici, ai Co.Co.Co, ai lavoratori di sport e salute spa, a dottorandi e assegnisti, a chi percepisce indennità di disoccupazione agricola, ai nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza.
Infine, l’indennità una tantum è rivolta anche ai lavoratori autonomi. A questa categoria non è stato ancora erogato il bonus da 200 euro, e dunque, il decreto Aiuti ter stabilisce che ci sia un incremento di quella cifra.
Viene previsto, infatti, che:
L’indennità viene incrementata di 150 euro a condizione che, nel periodo d’imposta 2021, abbiano percepito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro.
In tutti questi casi, rimane la soglia dei 20 mila euro lordi annui e sarà sempre l’Inps ad occuparsi dell’erogazione.
L’importo arriverà ai richiedenti che rientrano nei requisiti, con la busta paga di novembre.
Per quanto riguarda i pensionati, invece, sarà l’Inps o l'Ente di previdenza a occuparsi dell’erogazione.
Per i lavoratori autonomi, è previsto che, il bonus 150 euro, integri il bonus da 200 euro.
Nel decreto, viene precisato che, le modalità di corresponsione delle indennità saranno fornite dall’Inps e da Sport e Salute S.p.a. entro 30 giorni dalla pubblicazione del testo.
In una bozza del provvedimento, si leggeva:
Ai lavoratori dipendenti, con esclusione di quelli con rapporto di lavoro domestico, aventi una retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre 2022 non eccedente l'importo di 1.538 euro è riconosciuta, per il tramite dei datori di lavoro, nella retribuzione erogata nella competenza del mese di novembre 2022, una somma a titolo di indennità una tantum di importo pari a 150 euro.
Considerando, quindi, le 13 mensilità si arriva a un lordo annuo poco sotto i 20mila euro, stabilito come soglia per ottenere il bonus.
L’erogazione del bonus, avverrà in maniera automatica per tutti i lavoratori dipendenti che rispecchino i requisiti previsti dal decreto, tuttavia, il lavoratore, dovrà presentare la dichiarazione in cui afferma di non esser percettore di altre prestazioni incompatibili.
L’indennità è definita una tantum perché può essere ricevuta solo una volta, anche se si hanno più rapporti di lavoro, e non costituisce reddito.