Rave party Modena, ultima ora. Sequestrati strumenti musicali casse e mixer, 100 pezzi in totale per un valore stimato di almeno 150mila euro, 14 gli organizzatori denunciati, tutti giovani italiani provenienti da varie regioni più un cittadino olandese. Si chiude così il rave party di Halloween organizzato in un capannone industriale, poi scoperto pericolante, a Modena. Completati nella tarda serata di ieri, gli atti relativi al sequestro del sistema audio utilizzato nel capannone di via Marino.
Durante le operazioni di messa in sicurezza dell’area interessata dal raduno illegale, sono stati individuati e scortati in questura 14 autocarri con strumenti musicali, mixer e casse utilizzate dai raver. Nel corso del deflusso, in serata, sono stati anche identificati 25 raver olandesi poi allontanati dalla Polizia Stradale, dopo un controllo a Campogalliano, dove erano intenzionati a fermarsi con i loro 6 camper. Gli interventi, sottolinea la Questura di Modena, hanno visto il massimo coordinamento "tra le attività di intelligence della Digos e quelle investigative della Squadra Mobile".
Nel primo Consiglio dei ministri operativo, ecco la stretta del Governo di centrodestra sui raduni illegali, proprio nel giorno dello sgombero - senza scontri e prima del clou in programma nella notte di Halloween - dell'evento di Modena, che ha richiamato migliaia di giovani. Organizzare e partecipare ai rave party diventa, dunque, un reato specifico, il 434-bis del Codice penale. Punibile con pene fino a sei anni di reclusione.
Si legge sul sito del Consiglio dei ministri:
Si modificano le norme relative all’invasione di terreni o edifici, pubblici o privati, con la previsione della reclusione da 3 a 6 anni e della multa da 1.000 a 10.000 euro, se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica. Nel caso di condanna o applicazione della pena su richiesta delle parti, si prevede la confisca delle cose utilizzate per commettere il reato.
ha detto la premier, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa post Cdm.
ha concluso la presidente del Consiglio.