Istanbul - Sono 22 le persone arrestate in seguito all'attentato avvenuto in strada a Istanbul nel pomeriggio di ieri, domenica 13 novembre. Tra queste, anche l'esecutore materiale dell'esplosione. Secondo il ministro dell'interno turco Suleyman Soylu sarebbero i militanti curdi i responsabili dell'attacco mortale. Le prove ottenute indirizzano i sospetti verso il Partito dei lavoratori del Kurdistan, o PKK, e la sua estensione siriana, il PYD.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha definito l'esplosione un "attacco traditore" e ha affermato che i suoi autori saranno puniti.
Ha detto il presidente in una conferenza stampa prima di volare in Indonesia per un vertice del Gruppo delle 20 principali economie. E ha aggiunto:
Erdogan non ha perso l'occasione di accusare anche l'occidente, sostenendo che gli attacchi terroristici contro i civili siano "conseguenze dirette o indirette del sostegno di alcuni Paesi esteri alle organizzazioni terroristiche". A dirlo è stato il direttore delle comunicazioni del presidente turco, Fahrettin Altun. Per il governo turco, i gruppi terroristici avrebbero agito grazie alle armi occidentali e agli addestramenti forniti in funzione anti Isis.
Delle 81 persone rimaste ferite, 50 sono state dimesse mentre altre 31 restano in gravi condizioni. Sei sono decedute.
La dinamica dei fatti non è ancora stata ricostruita con esattezza, ma i dettagli aumentano con il passare delle ore: secondo quanto appreso finora, l'esplosione sarebbe stata causata da uno zaino abbandonato su una panchina. Stando alle immagini delle telecamere di sorveglianza sulla strada, una donna ha atteso per circa 40 minuti seduta su una panchina e poi è andata via, abbandonando la borsa. Circa un minuto dopo si è verificata l'esplosione.