25 Nov, 2022 - 23:43

Errori giudiziari: 30mila in 30 anni

Errori giudiziari: 30mila in 30 anni

Con due righe scritte da un uomo, si può fare un processo al più innocente è una celebre citazione, attribuita al cardinale Richelieu, primo ministro dal re Luigi XIII, che può racchiudere in poche battute il concetto che si cela dietro gli errori giudiziari. Solo che al giorno d’oggi le righe sono trascritte, riportate, intercettate.

Errori giudiziari: il caso di Angelo Massaro

A volte non si tratta neanche di una riga, come nel caso di Angelo Massaro, protagonista, a suo malgrado, di uno dei casi più pesanti di malagiustizia. 21 anni in carcere da innocente per una parola carpita da un’intercettazione e male interpretata. Arrestato, processato e condannato per tre gradi di giudizio per un reato che non ha mai commesso. Quattro lustri e più dietro le sbarre da innocente fino a quando, nel 2017, ottenuta la revisione del processo, i giudici di Catanzaro riconoscono la sua innocenza.

Quella di Massaro è la storia di uno degli errori giudiziari più gravi commessi nel nostro Paese ma ce ne sono tanti, tantissimi altri. Troppi. 30231 dal 1991 al 31 dicembre 2021, 975 all’anno. Per una spesa dello Stato, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri, pari a quasi 29 milioni all’anno.

Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta ingiusta detenzione, ovvero delle persone sottoposte a un regime di custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, salvo poi venire assolto. 1000 innocenti all’anno e 50 euro al minuto che escono dalle casse dell’Erario.

Focalizzando l’attenzione invece sui casi di errori giudiziari in senso stretto ovvero su coloro che, dopo essere stati condannati con sentenza definitiva, vengono assolti in seguito a un processo di revisione, nel 2021, per prima volta negli ultimi anni, il numero complessivo scende sotto quota 10.

Un dato che va letto però alla luce dell’emergenza pandemica e del rallentamento che ha ne è derivato per tutta la macchina della Giustizia, incluso il lavoro delle Corti d’appello incaricate di definire le istanze di riparazione per ingiusta detenzione. E che in ogni caso, aldilà del plausibile miglioramento, non deve assolutamente eclissare che dietro ogni errore giudiziario c’è una vita distrutta e un Paese avvolto dalla vergogna.   

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Aurora Vena
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