Questa volta l’emergenza sanitaria non c’entra, ma una calamità naturale, sta mettendo a dura prova la già precaria, economia, mondiale.
È da martedì 23 Marzo che il Canale di Suez, in Egitto, è bloccato da una nave portacontainer, dopo che una improvvisa raffica di vento ha fatto mettere di traverso l’imbarcazione, occupando tutta la larghezza del Canale.
La nave commerciale lunga 400 metri e larga 59, si è incagliata, impedendo così il passaggio di centinaia di navi, tra cui diverse petroliere, sia da nord che da sud.
Il Canale di Suez è una delle rotte commerciali più trafficate al mondo, e il suo blocco sta avendo già ripercussioni sui mercati finanziari, in particolare sul prezzo del petrolio.
Mezza giornata, un giorno, due giorni. Nessuno si pronuncia sul tempo che occorrerà per rimettere completamente in carreggiata il super container. È questo infatti il problema principale. Al momento non si sa con certezza quando il passaggio verrà liberato, e secondo alcuni potrebbero volerci diversi giorni, se non addirittura settimane.
La nave che si è bloccata è la Ever Given, della compagnia Evergreen Marine Corp, partita dalla Cina e diretta a Rotterdam, nei Paesi Bassi.
Già dalle prime ore del mattino sono arrivati sul posto diversi rimorchiatori che hanno cercato di trascinare la nave per raddrizzarla, senza però riportare alcun successo. Sono passati ormai tre giorni e la nave si è spostata pochissimo. E intanto la stima dei danni di Bloomberg parla, ad oggi, di una perdita di circa 9,6 miliardi di dollari al giorno.