Silenzioso e riflessivo, prende parte alla festa. Roberto Mancini sa che ne mancano ancora sei, come lui stesso ha ribadito. Sei gare per Wembley, la strada verso la finale. In lui c'è calma serafica, ma un solo obiettivo: arrivare fino in fondo. Che poi, sentendo le voci in giro, c'è chi è molto più prudente. Alcuni invocano il passaggio del girone, altri sono per lo step by step.
Ora c'è la Svizzera di Vladimir Petkovic, vecchia conoscenza del nostro calcio, ma Roberto Mancini non teme nessuno. Sa che un avversario, prima o poi, va affrontato, e allora tanto vale arrivarci preparati. Studia la squadra, seleziona gli elementi più difficili e li ingabbia. Ma soprattutto, crea gruppo. La squadra, dopo gli errori dell'arbitro contro la Turchia, non si è disunita. Ha attaccato senza sosta e ha vinto con tre gol di scarto. Mancini fa gruppo come pochi, lo si vede da come gli Azzurri hanno esultato al salvataggio di Chiellini su Ylmaz. Vero, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, ma neanche un commissario tecnico. Anche un ct si vede dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. Il coraggio di esser calmi, la mano tesa verso i suoi giocatori e la fantasia, tanta, per ambire alle stelle. This is Mancini, keep calm and Forza Azzurri.